Condizioni di lavoro aberranti e personale di Polizia Penitenziaria stremato dagli eccessivi carichi di lavoro dovuti al numero esiguo di agenti in servizio. La FP Cgil e l’Osapp (Organizzazione sindacale autonoma personale polizia penitenziaria) tornano a denunciare la triste realtà del penitenziario vastese.
«Da qualche anno, ormai, lanciamo continui allarmi rispetto alle preoccupanti precarietà che afferiscono l’Istituto vastese – tuona Giuseppe Merola della FP Cgil Abruzzo Molise – e non possiamo più accettare che venga calpestata la dignità di lavoratrici e lavoratori. Carenze organiche, più di 40 unità, tra vacanze ministeriali e assenze legittime, che non permettono la fruizione di congedi ordinari, riposi, beneficio della mensa di servizio durante il servizio e regolari attività di vigilanza ed osservazione; basti pensare che non è mai presente un agente penitenziario durante le operazioni sanitarie. Così sono compromessi ordine, sicurezza ed incolumità psico-fisica dei detenuti e del personale. Siamo seriamente preoccupati – continua Merola – e urge intervenire subito. La nostra priorità è tutelare tutta la comunità penitenziaria, al fianco dei quotidiani sforzi posti in essere dalla Polizia Penitenziaria, Funzioni Centrali, sanitari ed area dirigenziale». «Governo ed Istituzioni mettano in campo, ad horas, ogni azione a salvaguardia della Casa Lavoro di Vasto – aggiunge Mirko Manna FP Cgil Nazionale – non ci sono più tempi di attese. Bene il prossimo incremento di poliziotti penitenziari, ma non basta. Occorrono politiche riparative in ogni singola sfaccettatura che si riverbera sull’assetto organizzativo».
Anche Nicola di Felice, segretario regionale Osapp, è intervenuto sulla questione, con una lettera inviata al Capo dipartimento della polizia penitenziaria. Carlo Renoldi. in cui l’esponente dell’organizzazione sindacale espone le ataviche problematiche legate alla casa circondariale di Vasto. «La carenza di personale dei ruoli di polizia, unita a problematiche strutturali e a carenza di attività per la popolazione detenuta, creano un mix ormai non più tollerabile – scrive di Felice -. Il lavoro encomiabile di tutti ha fino ad oggi solo in parte portato a risultati accettabili, ma si ricordano purtroppo anche fatti di cronaca e ogni giorno si verificano eventi critici che un personale ormai ridotto al lumicino non può più continuare a gestire. La direzione si vede costretta a richiamare continuamente il personale dal congedo programmato, dai riposi, e ad impiegarlo senza riconoscerne l’impiego in base ai ruoli. I turni di servizio sono allungati oltremodo, fruire della mensa è una chimera. Le poche unità assegnate alla casa lavoro di Vasto dalla prossima movimentazione – aggiunge di Felice – saranno disponibili in parte forse per fine maggio o inizio giugno, e in parte per fine agosto. Ma la problematica di Vasto ha bisogno di una risposta immediata, di un intervento immediato. Basta giocare sulla pelle della polizia penitenziaria, basta far rischiare la vita a onesti lavoratori».
Nella lettera, Di Felice e l’Osapp chiedono al Capo dipartimento Renoldi, «un intervento presso l’ufficio del personale del dipartimento, per un distacco immediato di personale di Polizia penitenziaria, affinché anche nella casa circondariale di Vasto il dettato costituzionale torni ad essere la stella polare del ministero della Giustizia». L’Osapp si rivolge anche «alle istituzioni del territorio e alla società civile» sollecitando «una presa di posizione nei confronti dell’amministrazione» e «alla politica del territorio, al sindaco di Vasto, Francesco Menna» invitandoli ad «una mobilitazione presso le istituzioni nazionali. La situazione non può più essere tollerata».