Opara: «Casalbordino, prima salviamoci e poi sogniamo. Qui ragazzini forti, con loro splendido feeling»

Tra i segreti del Casalbordino c’è la presenza di Emmanuel Opara, infinita esperienza in Serie D ma legato ai colori giallorossi in maniera quasi viscerale. A patron Santoro, nei primi giorni di settembre, ha detto sì per la terza volta, decidendo di scendere di categoria e tornare a difendere quei pali già difesi nel 2016/2017 e 2018/2019.

Con lui in porta la storia è cambiata, tante parate ma anche una guida sicura per il giovanissimo quartetto difensivo che si sta comportando ottimamente. Schierandosi spesso con tutti e quattro gli elementi under (due 2003, un 2004 e un 2005) e nell’ultimo periodo con l’aggiunta del 2002 Ciafardini al posto di uno dei due 2003.

A quasi 36 anni (da compiere il prossimo 1° febbraio), il portierone Opara ha ancora stimoli infiniti, la sua casa è a Roma dove vive e lavora ma Casalbordino è il suo rifugio sicuro. Insieme ai suoi compagni, guidati dall’esperienza di mister Cesario, stanno costruendo una stagione da incorniciare, c’è una salvezza sempre più vicina ma ad ascoltare le parole di Emmanuel le ambizioni non mancano, l’impressione, per il Casalbordino è che il meglio debba ancora venire.

Da settembre hai detto sì alla terza chiamata del Casalbordino, quando alza il telefono patron Santoro è impossibile dire di no? «Quando chiama il patron non so dirgli di no. Se fosse stata qualunque altra società non sarei sceso in Eccellenza ma qui a Casalbordino c’è un ambiente familiare, mi vogliono bene, mi trovo da sempre, con tutti, a mio agio».

C’era un patto, in caso di offerta dalla D saresti potuto andare via, cosa ti ha spinto a restare anche dopo il calciomercato dicembrino? «Confermo tutto, se avessi voluto sarei potuto anche tornare in D nelle scorse settimane ma qui conosco la serietà del patron Santoro, con lui anche il ds Senese, finora non mi hanno mai fatto mancare nulla, ho preferito restare a Casalbordino dove c’è un ambiente fantastico».

Il Casalbordino vive un momento d’oro, 6° posto dopo aver infilato cinque vittorie nelle ultime otto giornate, quando è scattata la scintilla per iniziare la remuntada? «L’avvento in panchina di mister Cesario ha acceso definitivamente la nostra stagione. È stato bravissimo a proseguire il buon lavoro iniziale fatto dal tecnico Borrelli. Al mio arrivo, a inizio settembre, ho trovato un gruppo che non ancora raggiungeva la consapevolezza di essere un’ottima squadra. Oggi, partita dopo partita, è cresciuta l’autostima di tutti dovendo dire grazie all’allenatore e il suo staff. Un altro dettaglio fondamentale è stato l’arrivo di Edison Murga, ha alzato l’esperienza del gruppo e soprattutto in attacco dove ora, grazie a lui, anche Finizio e Budano si esprimono al meglio».

Tra te e mister Cesario, ormai da anni c’è un rapporto d’oro, quanto è stato importante il suo ritorno? «Il nostro rapporto si è cementificato soprattutto grazie alla grande amicizia che mi lega a suo figlio Michele, che ho avuto da compagno di squadra e avversario. Ci vogliamo bene e ci rispettiamo, è un allenatore che non ha bisogno di presentazioni, sa lavorare con i giovani, tocca ogni volta le corde giuste e riesce a trasmettere grande serenità».

Il poker a Spoltore, il pari prezioso contro l’Angolana e la sconfitta beffarda di Giulianova, in queste tre partite si è visto il miglior Casalbordino? «A Spoltore, dove siamo scesi in campo con 7 under dal primo minuto, penso sia stata la miglior partita fatta, perché la mole di gioco espressa è stata notevole, tanto che il passivo poteva essere addirittura più ampio. A Giulianova ci è mancata un pizzico di esperienza anche perché andare a giocare da loro con 7 under, è un azzardo ma ci siamo comportati bene, peccato non aver preso il punto che avremmo meritato dopo lo sforzo di aver ripreso la partita in inferiorità numerica. Contro l’Angolana è stato una sfida maschia, non abbiamo sbagliato praticamente nulla a livello difensivo, e questo fa piacere».

A quasi 36 anni, insieme all’altro esperto Mangiacasale, guidate un gruppo di giovanissimi, sentite il peso della responsabilità? «È un vero piacere e una felice responsabilità anche se io e Fabio, unici ad aver superato i trent’anni, siamo i primi a sentirci giovani. Non siamo “prime donne”, ci adattiamo sempre alle circostanze e abbiamo la forza di far stare tranquillo tutto il gruppo. Insieme a noi, come già detto prima c’è anche un altro esperto come Murga che, all’interno del gruppo, è una componente fondamentale».

In attacco c’è Valerio Finizio, ventunenne e capocannoniere dell’Eccellenza, dove può arrivare? «È fortissimo ma, solo quando “je va”. Potrebbe davvero segnare 4 gol ogni partita ma è un “deficiente”, e lo dico con il sorriso. Ha già segnato 15 gol giocando solo mezzora a domenica, gli altri sessanta fa lo spettatore. Scherzi a parte, ha un talento immenso, non del tutto ancora espresso, se riuscirà a stare sul pezzo per tutti i novanta minuti sarà ancor più devastante».

Non si parla di singoli ma, toccato Finizio, ormai sulla bocca di tutti, c’è un altro tuo compagno su cui si può scommettere guardando alle prossime stagioni? «Calcisticamente parlando sono innamorato dell’attaccante 2004 Timoteo Budano, quello che finora mi ha impressionato di più. Forte a livello tattico e tecnico, grande intelligenza calcistica, può dire già la sua in categorie più importanti».

Dopo aver esaltato i protagonisti del tridente offensivo, cosa puoi raccontarci di altri compagni dall’alto della tua esperienza? «Non lo dico per piaggeria o altro, in rosa abbiamo tanti elementi pronti per il salto di categoria. Under giovanissimi ma con il piglio degli esperti, mi vengono in menta il jolly Colabella, Sciarretta e Priori che fisicamente non ha nulla da invidiare a giocatori di Serie A. Giandomenico e Ciafardini motorini instancabili ma anche i più “grandi” come Cernaz e Hajdarevic hanno avuto costanza e crescita in ogni partita. Sono loro il nostro motore e ne beneficiamo tutti. Non voglio dimenticare chi siede in panchina e sta avendo meno spazio rispetto ad altri, sono la nostra forza, ci incitano sempre e, questi, sono dettagli tutt’altro che secondari».

Difesa giovanissima, con tutti under e un 2002, ma già 7 “clean sheet” conquistati, con loro quanto ti stai divertendo? «Tantissimo, questa per me è una sfida personale, cercare di conquistare più “clean sheet” possibili insieme ai “bambini terribili” che ho davanti a me. Ragiono per una volta di reparto, siamo felici di quanto fatto finora, a loro cerco di trasmettergli gioia, serenità e sicurezza affinché ognuno di loro possa esprimersi al meglio ma, allo stesso tempo, cerco di migliorarmi anche io, partita dopo partita. L’obiettivo finale è raggiungere la doppia cifra dei “clean sheet”, mancano quindici giornate e vogliamo riuscirci».

Quota 28 e salvezza diretta sempre più vicina, all’orizzonte altre due delicate, se non decisive, contro Fossacesia e Vastese, per conquistare altri 6 punti in cosa può ancora migliorare il Casalbordino? «Vero, saranno altri due scontri diretti importantissimi e con alto coefficiente di difficoltà. Non facciamo calcoli ma sappiamo che vogliamo continuare a muovere la classifica a grandi passi. Ora c’è da conquistare quanto prima la salvezza diretta, e una volta raggiunto il traguardo, perché no, provare a strizzare l’occhio anche ai playoff. Restiamo con i piedi per terra e, come dice il nostro direttore generale Travaglini, “occhio a noi”».

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