La nuora di Carolina: «Aiutava tutti, bastava chiedere. Dopo la morte ho avuto subito dei sospetti»

«Il dubbio l’ho avuto quando mi hanno detto: “Ha avuto un infarto”. Ma lei non aveva problemi di cuore. Mi hanno risposto che a quell’età…». Nella puntata di oggi de La vita in diretta la testimonianza di Pina, nuora di Carolina D’Addario, la sarta 84enne uccisa da una coltellata il 23 dicembre a Gissi, nella sua casa di corso Remo Gaspari.

Al microfono del programma pomeridiano di Rai 1 condotto da Alberto Matano, la donna ha ricostruito le vicende immediatamente successive alla morte. I primi dubbi che non fosse avvenuta per cause naturali le sono venuti già dopo il ritrovamento del corpo senza vita. I sanitari del 118 «mi hanno ripetuto di chiamare le pompe funebri».

Pina ha notato un particolare insolito quando è tornata nella casa della suocera per prendere un abito per la vestizione della salma: «Andando su nelle camere, ho notato qualcosa di strano. Mia suocera era molto ordinata, molto precisa. Abbiamo trovato qualcosa fuori posto». «Quando l’hanno preparata, hanno chiesto un foulard. Mi hanno detto: “Ha perso del sangue, l’abbiamo dovuta tamponare. Ha perso tanto sangue da un lato”».

Il terzo sospetto le è venuto quando ha rivolto una domanda agli addetti dell’agenzia di onoranze funebri: «Ho chiesto: mi ridate i suoi ori? Li ho elencati: orecchini, ciondoli, collana. Li portava sempre addosso. Mi hanno detto: “Guardi che non aveva nulla addosso”». Il sospetto è diventato certezza quando, allertati i carabinieri, il caso è stato risolto in poco tempo con le immagini della videosorveglianza e con le dichiarazioni rese ai militari da Flavio Meo, che ha ammesso le sue responsabilità davanti agli investigatori, aiutandoli a ritrovare il coltello e a recuperare la refurtiva. Poi, nell’udienza di convalida, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Al suo avvocato, Luigi Masciulli, ha dato versioni diverse dei fatti, anche sul movente dell’omicidio.

«Aiutava tutti – ricorda la nuora di Carolina – bastava solo chiedere».

Carolina D’Addario

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