Valorizzazione del “Cristallo d’Abruzzo”, i Lupi del Gesso di Gissi ospitano l’architetto Khaldi

Incontro, il mese scorso, tra l’associazione I Lupi del Gesso e gli architetti Franco Sacchetti e il tunisino Jilani Khaldi per avviare un percorso di valorizzazione dei gessi di Gissi, il cristallo d’Abruzzo. I due visitatori sono stati guidati nella parte antica del paese dal presidente dell’associazione Antonio Ottaviano e dai membri del direttivo Nicola Lapenna e Mark Basilico.

Sacchetti, specializzato in ecologia e sostenibilità e Khaldi, esperto di costruzioni in gesso e realizzazione di abitazioni a basso costo con un’idea di architettura ecologica e sostenibile, hanno così potuto ammirare l’unicità delle case in gesso che caratterizzano Gissi dalle costruzioni che insistono sulla salita del municipio, passando per l’antichissimo frantoio e i vicoli del centro storico accompagnati dalle spiegazioni dei rappresentanti dell’associazione.

«Abbiamo l’obbligo morale di dare l’avvio ad una rinascita, un nuovo Rinascimento impregnato sul valore “inestimabile” del gesso e della sua tradizione, radicati in queste terre da tempi immemori», ha spiegato Ottaviano. Il percorso si è concluso al “Muttello”, la dolina punto focale ad anfiteatro del nucleo abitativo che ha stupito i visitatori; immancabile, poi, il passaggio nella sala consiliare del Comune, scavata nel gesso e restaurata dallo stesso Ottaviano.

Dall’incontro è emersa la volontà comune di un gemellaggio gissano-tunisino: «Due realtà lontane, eppur così vicine, saldate assieme dalla malta di gesso. Una sorta di apripista per creare un tavolo di confronto e discussione internazionale. Maestranze e competenze da riscoprire e diffondere, l’interscambio di culture e conoscenza. La versatilità di un materiale millenario, usato in tutto il mondo che Gissi ha reso fondamento della propria storia: dai mattoni all’intonaco, i bassorilievi e le volte a stella; dalle modanature alle chiavi di volta, dalle pietre sagomate e intagliate scavate col sudore, alle cantine; dai paesaggi mozzafiato, parco naturale e sotto tutela, alla stagionatura di eccellenze culinarie, la spumantizzazione di vitigni autoctoni».

«Con le sue mille sfaccettature rilucenti al sole, mai statico, sempre diverso, il Cristallo d’Abruzzo, pietra viva, pietra che respira, ha letteralmente incantato i due studiosi amanti del bello che dell’estetica architettonica, della concretezza, hanno fatto il proprio lavoro – conclude Ottaviano – Ringraziamo Sacchetti e Khaldi e restiamo in fervente attesa di un prossimo rivederci».

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