«La dichiarazione del dissesto genererebbe gravi conseguenze alla nostra comunità: tasse più alte per tutti i cittadini, posti di lavoro di alcuni dipendenti comunali a rischio, vendita di beni appartenenti al Comune e molte altre situazioni spiacevoli per i cittadini». Il gruppo Eccoci X Cupello interviene sull’ultima seduta del consiglio comunale tenutasi il 24 novembre scorso [Leggi].
Nell’occasione il gruppo consiliare Officina Cupello ha presentato una mozione per chiedere al consiglio di dichiarare il dissesto finanziario del Comune con conseguente commissariamento dell’ente. Tale proposta, secondo il gruppo di maggioranza, «aprirebbe la strada a una gestione tecnicistica del bilancio comunale, che danneggerebbe esclusivamente i cupellesi. Per questo, abbiamo respinto convintamente la mozione proposta dalle opposizioni».
«La situazione finanziaria critica dell’ente viene da lontano, ed è stata aggravata dalla sentenza della Corte costituzionale del 2021 (sentenza n. 80/2021) che ha costretto qualche centinaio di Comuni italiani (fra cui Vasto) ad attuare piani di riequilibrio. Per questi motivi, l’amministrazione Di Florio non ha inteso, e non intende, dichiarare il dissesto, per tutelare soprattutto le fasce più deboli, piuttosto rimboccandosi le maniche e pensando a lavorare costantemente, con umiltà e sacrificio, al fine di trovare una soluzione diversa e più giusta alle difficoltà palesate».
«Dunque – conclude il gruppo di maggioranza – la mozione di Officina Cupello è un atto meramente propagandistico, contrario agli interessi di Cupello e dei cupellesi che, qualora approvata, avrebbe danneggiato pesantemente la nostra comunità. Una minoranza che prova a distorcere la realtà ancora una volta, e che dimostra di non avere a cuore i propri cittadini. Una minoranza confusa e, da qualche settimana, profondamente lacerata e divisa, che in poco tempo ha preso atto delle dimissioni dal gruppo di due consiglieri, Marco Antenucci e Michele D’Alberto (in realtà autosospesosi, ndr), che non si sono più sentiti rappresentati in una realtà caratterizzata, come loro stesso affermano, solo da rancori atavici e sentimenti di odio reciproco».