«Abbiamo percorso in silenzio le strade del centro storico vestitə di nero, con ombrelli del colore del sangue e dell’amore, per ricordare le vittime di violenza di genere e lanciare un messaggio di forza diretto a tutte le donne che non riescono ad un uscire dalla condizione di sottomissione a causa di una mentalità patricarle ancora troppo presente nella società attuale». Così Paola Cianci, assessora alle Politiche giovanili del Comune di Vasto, commenta la manifestazione di ieri, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
«Abbiamo concluso il corteo in Piazza Barbacani creando una rete con i gomitoli di lana per comunicare con una sola voce il nostro no ad ogni forma di prevaricazione e trasmettere coraggio per respingere e denunciare quell’amore malato che i cosiddetti bravi ragazzi dicono di provare per loro. Grazie a Valentina Di Petta del Consorzio Matrix che ha ideato e promosso l’iniziativa coinvolgendo le ragazze ed i ragazzi accolti nei progetti del Sistema di Accoglienza Integrata di Vasto, la Consulta Giovanile Vasto, il Centro DonnAttiva Vasto, l’associazione Dafne Ets ed il collettivo Patate bollenti».
Pescara, case di seconda accoglienza nella palazzina confiscata
Nel giorno in cui si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, il sindaco Carlo Masci e l’assessore alle Politiche sociali Adelchi Sulpizio annunciano la nascita di due case di seconda accoglienza (”di sgancio”), da realizzare al piano terra e al piano superiore di una palazzina residenziale che si trova in strada Colle Marino confiscata alla criminalità.
Lì saranno ospitate, dopo i lavori di ristrutturazione finanziati con 315mila euro dal Pnrr (Agenzia per la coesione sociale), le donne che hanno intrapreso un percorso di uscita dalla violenza: donne sole o con i propri figli. Il progetto “Demetra” ha il duplice obiettivo di ridurre il rischio di rientro delle donne in casa, nel caso in cui non abbiano la possibilità di mantenersi economicamente, e di aumentare progressivamente la capacità di empowerment e l’autonomia delle vittime di violenza.
“Gli appartamenti, spiega il vicesindaco Sulpizio, saranno sistemati e resi funzionali per ospitare a canone concordato (per un periodo massimo di 18 mesi) due nuclei familiari e cioè una donna sola e una con due figli. Per le beneficiarie sarà prevista la possibilità di avvalersi del sostegno di professionisti altamente specializzati. Demetra è solo uno dei tasselli pensati, progettati e costruiti dal Comune di Pescara per il contrasto alla violenza sulle donne: dal 2006 Pescara, insieme ad altri Comuni (Torino, Napoli, Palermo e Venezia), è una città pilota del 1522, il numero antiviolenza nazionale, e ha attivato una rete antiviolenza interistituzionale, dal 2004. Tra i servizi promossi c’è il Centro antiviolenza gestito in convenzione con l’associazione Ananke, c’è la prima Casa rifugio d’Abruzzo, e c’è anche il Centro per accogliere gli uomini maltrattanti“.
“Per quanto riguarda gli immobili sottratti alla criminalità, ricorda Masci, non si tratta del primo progetto del genere in campo sociale visto che negli anni passati il Comune ha destinato, per la prima volta in Abruzzo e a Pescara, gli immobili confiscati alle persone senza dimora attivando contemporaneamente una serie di azioni sinergiche come l’orientamento al lavoro e i tirocini formativi per chi non aveva una casa. E ha anche attivato uno sportello di ascolto sociale in uno degli appartamenti confiscati alla criminalità”.
“Oggi la soddisfazione è doppia, conclude Sulpizio, perché diamo ancora una volta una dimensione sociale agli immobili sequestrati alla criminalità e lo facciamo in favore delle donne che sono uscite dal tunnel della violenza, che hanno avuto il coraggio di denunciare, di farsi aiutare e di tornare libere. Ed è importante che l’intervento sia finanziato dall’Europa, senza gravare sulle tasche dei pescaresi”.