Sette domande su questioni che attendono risposte da anni, in alcuni casi da decenni. Le rivolgono all’amministrazione comunale Davide Aquilano, presidente di Italia Nostra del Vastese, Michele Celenza, presidente dell’associazione civica Porta Nuova, e lo storico Luigi Murolo.
Le domande
- Perché, a 28 anni dalla sua prima approvazione, (dicembre 1995), non è stata data attuazione a una parte qualificante dello Statuto comunale. Il Titolo II-Istituti di partecipazione – a cominciare dal Regolamento sugli istituti di partecipazione e consultazione dei cittadini (Articoli 6, 12, 13, 24, 27). Senza di esso gli istituti di partecipazione restano sulla carta. L’amministrazione comunale non dovrebbe favorire la crescita civile della città?
- Come mai, sempre a proposito dello Statuto comunale, non sono bastati 28 anni per l’attuazione dell’articolo 40, che prevede che il sindaco indica “entro il mese di settembre di ogni anno, apposite conferenze di servizi locali per esaminare l’andamento della qualità, quantità, eccifienza ed efficacia dei servizi, formulando idonee soluzioni per il miglioramento di essi. A tali conferenze vengono invitate le associazioni e le organizzazioni interessate al servizio”. Servizio idrico, rifiuti, trasporto pubblico locale, servizi comunali di assistenza, etc.: ai cittadini andrebbe riconosciuto il diritto di sapere.
- Perché, a 29 anni dalla sua adozione (aprile 1994) non è stato ancora aggiornato il Piano regolatore territoriale (Prt) dell’area industriale di Vasto. Ricordiamo che il suddetto Prt è anteriore di 4 anni all’istituzione della Riserva regionale di Punta d’Erce, di cui di conseguenza non poteva non tener conto. Ma ora sono passati 25 anni. Vogliamo ancora far finta di nulla?
- Perché, a 9 anni dall’inserimento, da parte della Regione Abruzzo (DGR 3 marzo 2014, numero 137), dei siti delle società Puccioni spa ed Eco Fox erl nell’elenco dei siti potenzialmente contaminati il Comune di Vasto non ha provveduto ad adottare gli strumenti previsti dalla legge nel caso di inerzia da parte del privato nella dovuta caratterizzazione dei siti.
- Come mai, a 6 anni dall’approvazione del Piano del demanio marittimo comunale (aprile 2017) che prevedeva per l’area di Fosso Marino interventi di “tutela ambientale, riqualificazione, rinaturalizzazione” l’amministrazione comunale si è di recente contraddetta, annunciando il proprio intendimento di interrarlo dopo averlo intubato, così da scaricare le sue acque a 300 metri dalla riva. Costo tra i 3 milioni 600mila e i 4 milioni di euro.
- Perché, a 4 anni dalla richiesta della Soprintendenza archeologica dell’Abruzzo (maggio 2019) di modifica, a seguito della sua acclarata difformità rispetto al tracciato reale, della vecchia Carta dei vincoli relativa all’acquedotto delle Luci, il Comune non vi ha ancora provveduto, né mostrato intenzione di farlo.
- Perché, a oltre 2 anni dalla chiusura dell’Archivio comunale (giugno 2021) a seguito del pensionamento della curatrice il Comune non si è curato di sostituirla, così da permetterne la fruizione alle scuole e agli studiosi interessati.
Aquilano, Celenza e Murolo chiedono un incontro al sindaco di Vasto, Francesco Menna. «Senza istituti di partecipazione popolare – sottolinea Celenza – non esiste possibilità di dialogo tra cittadini e amministrazione».