A Scerni, ormai da sedici giorni, hanno deciso di cambiare pagina. Il presente, sulla panchina rossoblù, si chiama Michele Stivaletta (leggi), ma almeno nel breve è difficile dimenticare in fretta il lungo capitolo firmato da Nicola Cianci. Arrivato a difendere i pali scernesi nella stagione 2015/2016, ha deciso, di intraprendere dal 2019 anche quelle di allenatore ricoprendo, nelle ultime stagioni il doppio ruolo.
Le due sconfitte di fila tra Val Di Sangro e soprattutto quella interna contro il Vianova Sambuceto hanno spinto la dirigenza dell’AC Scerni ad esonerare l’ormai ex allenatore-portiere classe ’86 vastese. Era l’11 ottobre, nelle ore successive al divorzio, il diretto interessato si è limitato ai ringraziamenti di rito attraverso i social, ora ha cercato di approfondire la questione.
«La chiamata – ha così esordito Nicola Cianci – dove mi hanno comunicato la scelta mi ha fatto letteralmente cadere dalle nuvole. Sentivo la fiducia, soprattutto dello storico blocco dirigenziale, magari con altri meno ma, parlando di campo, c’era tutto un campionato per riposizionarci a pochi passi dal primo posto. Il nostro attacco segnava a grappoli, eravamo solo alla quarta giornata, non credo che due passi falsi, soprattutto a inizio stagione, possano portare a scelte così drastiche».
Ha avuto tanti giorni per metabolizzare ma a distanza di due settimane, «a me personalmente non sono stati mai comunicate le reali motivazioni che hanno spinto la società ad esonerarmi». Ripensando alle chiacchierate estive con i dirigenti «col senno di poi, sarebbe stato più giusto salutarci prima di iniziare la nuova stagione. Ragionandoci bene la vedo sempre più come una decisione premeditata da tempo, questo mi dispiace, forse ero antipatico a qualcuno visto che non sono tipo da farmi mettere i piedi in testa ma ho un cervello pensante per decidere sempre, in tutte le circostante che si sono presentate in questi anni».
Quattro stagioni piene nel doppio ruolo di portiere e allenatore, «non voglio passare per presuntuoso – ha proseguito il trentasettenne di Vasto – ma credo di aver portato in tutti queste ultimi anni da allenatore una grossa mentalità calcistica a tutti i gruppi che ho allenato e non solo ai giocatori. Sono stato professionale oltre il 100%, in campo come nella vita non sono mai sceso a compromessi, forse questo dettaglio tutt’altro che trascurabile a qualcuno non andava bene. In campo sorrido poco e scherzo ancora meno, in quelle due ore di allenamento ho sempre lavorato duramente per poi cercare di raccogliere il massimo dei frutti nei match ufficiali».
Eccezion fatta per il girone B di Prima Categoria, già nel corso della stagione, qualora dovesse arrivare la chiamata giusta, potrebbe già tornare ad allenare o anche solo a ricoprire il ruolo di portiere: «Ho trentasette anni – ha concluso Nicola Cianci – ma ho ancora una voglia matta di lottare sui rettangolo di gioco mettendomi, come ho fatto anche a Scerni, ogni giorno in discussione. In questi giorni qualche chiamata è già arrivata, solo da portiere o anche da allenatore-giocatore, non vedo l’ora di affrontare una nuova avventura, fosse per me sarei già di nuovo in campo per lottare e raggiungere i risultati più ambiziosi, come sempre fatto nelle mia carriera».