Cacciari a Vasto per parlare della guerra: «Arrivare a patti per portare la pace»

«Oggi il conflito deve essere riportato sul piano laico e politico: bisogna arrivare a patti, alla pace, la recta intentio deve guidarci». La via diplomatica per far cessare le ostilità tra Israele e Palestina. È la strada che Massimo Cacciari indica intervenendo a Vasto al convegno su La religione e la guerra. Il Cristianesimo che verrà, che si svolge nell’auditorium del liceo artistico Pantini-Pudente.

Dopo i saluti istituzionali dell’assessore alla Cultura, Nicola Della Gatta, e del sindaco, Francesco Menna, il direttore del Centro europeo di studi rossettiani, Gianni Oliva, ammonisce: la guerra «rischia di diventare uno scontro di civiltà, che sarebbe un disastro». «Le idee che si radicalizzano possono cristallizzare e diventare motivo di scontro», spiega Oreste Tolone, docente di filosofia morale all’Università d’Annunzio.

«Quella contemporanea sta diventando sempre più una guerra assoluta per l’annichilimento dell’altro. La religione funge da bandiera che può motivare lo sforzo bellico, ma non ha nessuna funzione ontologica», è l’analisi di Cacciari. In Medio Oriente il conflitto riflette la volontà di «espansione delle due grandi civiltà di ceppo abramitico, quella islamica e quella ebraica», quindi «non ha nulla a che fare con la religione, se non in termini di mobilitazione. La realtà è che siamo di fronte a conflitti politici e dobbiamo risolverli in termini politici altrimenti, se li si affronta con spirito religioso, che ha tutti i caratteri della guerra totale, che porta alla distruzione dell’altro, le contraddizioni aumenteranno e rischieremo un’altra guerra mondiale. Ne abbiamo vissurte due devastanti e, finora, vediamo – è la constatazione del noto filosofo – che nessuno si sta adoperando perché non si ripetano».

Video di Nicola Cinquina – Foto di Costanzo D’Angelo

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