«Ennesima aggressione. Carcere di Vasto, carenza di personale, dato peggiore d’Italia»

Poliziotti del carcere di Vasto aggrediti per l’ennesima volta. Il nuovo, preoccupante episodio di violenza e la carenza di personale, che pone la casa lavoro di Torre Sinello all’ultimo posto in Italia, spingono l’Osapp a chiedere interventi immediati. Per questo il segretario regionale del sindacato, Nicola Di Felice, scrive al provveditore dell’amministrazione penitenziaria di Lazio, Abruzzo e Molise, Maurizio Veneziano.

Nella missiva, Di Felice parla «dell’ennesimo caso di intemperanza che ha visto protagonista un detenuto che ha evidenti problemi di salute mentale, problemi che lo hanno portato per molti anni a un ricovero presso varie strutture quali le Rems e che da mesi purtroppo è in carico alla casa lavoro di Vasto. Ricordo perfettamente che solo nel mese di agosto ebbe a tentare il suicidio poco prima di ferragosto. Dopo il tentato suicidio, a soli pochi giorni di distanza ha messo a dura prova un intero pronto soccorso di un ospedale, costringendo più di qualche collega a svolgere servizi eccezionali per arrivare alla serata di ieri», quando «ha aggredito il personale che lo piantonava presso il reparto psichiatrico dell’ospedale di Lanciano. L’eccellente personale lì preposto, abituato alle sue intemperanze, è riuscito con minimi danni a riportare la situazione nella normalità, se per normalità si intende la calma apparente. Comunque entrambi i colleghi sono stati costretti a ricorrere alle cure mediche del caso e sicuramente mancheranno dal servizio nei prossimi giorni. Chiaro che il caso riporta alla luce quello che noi come sigla sindacale andiamo dicendo da anni: non si può continuare a considerare il carcere il ricettacolo di ogni problema della società. Un detenuto malato va trattato da malato nei luoghi idonei alle varie tipologie, un reparto ospedaliero pur se specifico per malati psichiatrici non può contenere nelle stesse aree aperte agli altri malati un detenuto o un internato con problemi di violenza così gravi. Ne va della sicurezza di tutti, non solo dei poliziotti penitenziari. E qui non va sottaciuto il fatto che lo stesso casualmente si trovava nel reparto, perché normalmente si trova presso la casa lavoro, altro luogo poco idoneo, sia per i problemi di sicurezza degli altri internati sia perché chiaramente il diritto alla cura viene fortemente compromesso».

«Lei, signor provveditore, ci aveva comunicato che erano stati avviati contatti con la sanità regionale, questo già dal mese di agosto, ma ad oggi non si vedono miglioramento in nessuna delle criticità», scrive Di Felice. «Chiaramente questo si ripercuote negativamente in un istituto come quello di Vasto, che conta buona parte della popolazione detenuta con patologie riferibili all’area psicologica-psichiatrica».

Il segretario regionale dell’Osapp ricorda «l’annoso problema di carenza di personale, aggravato anche da questi spiacevoli eventi e ultimamente ben sviscerato anche in sede di Consiglio comunale straordinario, che ha portato il sindaco solo pochi giorni fa a chiedere per nome e per conto di tutta la politica vastese un intervento del ministro Nordio. Su questa carenza, che ribadisco la più alta in tutt’Italia sul dato precentuale, lei potrebbe intervenire almeno in attesa di interventi dipartimentali». Di qui la richiesta di «un intervento, immediato, risolutivo su almeno una parte delle problematiche esposte».

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