«Le cause dello scoppio sono diametralmente opposte a quelle accertate dal Pm». Ci sarà bisogno di una super perizia per ricostruire cosa è accaduto il 21 dicembre 2020 all’interno della Esplodenti Sabino quando un incidente sul lavoro uccise Carlo Spinelli, 54 anni di Casalbordino, Paolo Pepe 45 anni di Pollutri e Nicola Colameo, 45 anni di Guilmi. Si è tenuta stamattina davanti al Gup del Tribunale di Vasto Anna Rosa Capuozzo l’udienza preliminare per la strage del 2020 alla Esplodenti Sabino. L’udienza si sarebbe dovuta tenere il 14 settembre scorso, ma è stata rinviata a causa per il legittimo impedimento di uno degli imputati che ha accusato un malore dopo il nuovo gravissimo incidente del giorno prima.
Per quei fatti sono imputati il presidente del Cda Gianluca Salvatore, i consiglieri Sabino Salvatore, Massimo Salvatore, Gabriella Salvatore, Marco Salvatore, il direttore dello stabilimento Giustiniano Tiberio, il responsabile del servizio protezione e prevenzione Stefano Stivaletta, il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza Paolo Iocco, il capo reparto Carlo Piscopo. La società è sottoposta a procedimento penale per responsabilità amministrativa per omicidio colposo plurimo. L’accusa principale, per tutti, è cooperazione colposa in omicidio colposo, «per colpa generica cagionata dalla negligenza, imprudenza e imperizia, e per colpa specifica, consistita nella violazione di diverse norme antinfortunistiche».
La perizia dei legali della difesa (Augusto La Morgia, Arnaldo Tascione, Alessandra Cappa, Francesco Tascione, Sergio Della Rocca, Marco Spagnuolo, Michele Sonnini, Stefano Vitale) va in netto contrasto con quella della Procura che, appunto, citava una negligenza nelle norme antinfortunistiche da addebitare alla società. Secondo la ricostruzione del consulente incaricato dal pool difensivo, l’imperizia ci sarebbe stata da parte dei lavoratori. Per questo è stata avanzata la richiesta di una perizia terza, super partes, accolta dal gup Capuozzo.
Il 12 ottobre ci sarà il conferimento a un perito terzo che, a tre anni di distanza dai fatti, dovrà accertare le cause dell’innesco dello scoppio e dell’incendio costati la vita a tre persone.