Grande partecipazione questa mattina alla manifestazione di Pescina (L’Aquila) Un futuro per l’orso, alla quale hanno aderito numerose associazioni e istituzioni. Il corteo è stato organizzato dopo l’uccisione di Amarena a fucilate a San Benedetto dei Marsi per chiedere una politica di salvaguardia dell’orso marsicano, simbolo dell’Abruzzo. In circa 1.500 hanno sfilato pacificamente con bandiere e cori per rimarcare che le leggi di tutela già esistono, ma vanno applicate a partire anche dai sindaci dei paesi del Parco. Nel pomeriggio la manifestazione è stata riproposta, in tono minore, nel paese dove Amarena ha trovato la morte.
Tra le sigle aderenti c’era Salviamo l’orso che così spiega il significato della manifestazione: «È stato il momento conclusivo e importante di una settimana di mobilitazione che ha coinvolto possiamo dire tutt’Italia. C’è la necessità che la politica nazionale, ma ancor più quella regionale, finalmente cambino passo per garantire la salvaguardia della piccola popolazione di orso marsicano che abbiamo l’onore e l’onere di ospitare tra Abruzzo, Lazio e Molise. Non è più tempo di chiacchiere ma di fatti concreti, le norme ci sono vanno solo applicate, lo stesso vale per il Patom, il piano di conservazione della specie redatto più di 10 anni fa che Regioni e Province hanno firmato ma mai applicato».
«Il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica e chi lo guida, il ministro Gilberto Pichetto Fratin, la smettano di fare i fantasmi e tornino a fare il loro dovere, di lacrime di coccodrillo la politica regionale ha inondato gli articoli di stampa in questa settimana, ora è tempo che ci mostri come si passa all’azione, a iniziare da quei sindaci che hanno fatto per anni di Amarena lo spot pubblicitario e gratuito del loro paese ma si sono poi sempre rifiutati di garantire quelle minime condizioni per rendere più sicuri i loro paesi per uomini e orsi. Possono fare da subito due cose semplici: eliminare le decine e decine di pollai che non sono a norma e infrangono regole igienico-sanitarie che loro insieme alle Asl hanno sempre finto di non vedere e la gestione dei rifiuti, perchè da domani non hanno più scuse per non intervenire».
Presente anche il WWF. «Con l’uccisione di Amarena – dice il presidente nazionale Luciano Di Tizio – abbiamo perso una delle femmine più prolifiche della storia recente della popolazione di orso marsicano e dobbiamo fare il possibile per garantire almeno la sopravvivenza in natura dei suoi due cuccioli. Condividiamo con il Parco la scelta di lasciarli liberi perché l’obiettivo deve essere di garantire loro un futuro in natura, ma è necessario un impegno eccezionale da parte di tutte le istituzioni per un monitoraggio attento e intensivo, intervenendo tempestivamente, se necessario».