Pnalm: «I due cuccioli si sono separati, avvistati a 25 km di distanza da San Benedetto»

I due cuccioli di Amarena si sono separati. È quanto emerge dal bollettino odierno del Parco Nazionale Abruzzo Lazio e Molise sulla ricerca e i tentativi di cattura dei due piccoli orsi marsicani.
«Dopo quattro giorni di ricerche ininterrotte abbiamo la consapevolezza che i cuccioli dovrebbero essere entrambi ancora vivi e che si sono separati – scrive il Parco – Possiamo confermare che i due conspecifici sono molto mobili e attivi sul territorio, tanto che sono stati avvistati nei dintorni di due centri abitati situati all’interno del perimetro del Parco (a circa 25 Km di distanza da San Benedetto dei Marsi), anche se in momenti diversi. Proseguono e proseguiranno senza sosta le attività di ricerca, con l’obiettivo di tentare una cattura, ove necessario, e confermare l’effettiva separazione dei due cuccioli in luoghi diversi, escludendo così la possibilità di un doppio avvistamento dello stesso cucciolo. A margine degli aggiornamenti sulle operazioni di ricerca, è importante sottolineare che la loro mobilità è un elemento che fa ben sperare sulle condizioni di salute dei cuccioli e sulla loro capacità di sopravvivenza».

In una lunga nota pubblicata sui propri canali social, il Parco inoltre, interviene sul grande dibattito pubblico che si è innescato dopo l’uccisione di Amarena in primis smentendo il luogo comune dell’avvicinamento degli orsi ai paesi a causa di una presunta assenza di cibo nei boschi: «Gli orsi non entrano nei paesi perché hanno fame, intendendo per fame, il fatto che non trovano sufficiente cibo in natura e sono così costretti ad avvicinarsi ai paesi. Le motivazioni sono diverse altre e le abbiamo spiegate spesso e in ogni modo possibile con i nostri post e all’interno dei diversi Rapporto Orso pubblicati ogni anno da otto anni a questa parte [ACCEDI].

Nel lungo intervento, infine, il Parco interviene sulla presunta «fine del modello Abruzzo» spiegando che «in un contesto che vede 100 anni di Natura protetta la parola “modello” trova una sua forma, il problema, semmai è portarlo anche fuori dai confini del Parco» [LEGGI LA NOTA]

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