I Cobas accusano le altre sigle sindacali di aver invitato i lavoratori a non partecipare allo sciopero indetto il 25 luglio scorso per protestare contro il caldo torrido in Pilkington, Primo e Bravo. La mobilitazione ha avuto una scarsa adesione con 16 lavoratori che hanno incrociato le braccia nel primo turno e 25 nel secondo, dati citati dalla Cgil «in assonanza a quelli aziendali». I Cobas – attualmente non rappresentati nelle rsu – però recriminano «nel loro conteggio hanno dimenticato il turno di notte, il più partecipato rispetto ad altri turni, come ad esempio, la partecipazione di 4 lavoratori su una delle linee Float».
«Chiariamo una volta per tutte che il diritto allo sciopero è riconosciuto dall’art. 40 della nostra Costituzione e di conseguenza ogni volta che una sigla sindacale indice uno sciopero, tutti coloro che si riconosco nelle motivazioni di chi lo indice possono liberamente aderire», evidenziano i Cobas citando le esitazioni dei lavoratori di fronte alla proclamazione dell’ultimo sciopero.
«Chi ha perso non è il sindacato Cobas, ma i lavoratori stessi, perché incapaci di far valere i propri inalienabili diritti – concludono i rappresentanti Cobas – Noi siamo sereni: abbiamo cercato sempre di fornire ai lavoratori gli strumenti per poter reagire e far valere i propri interessi. Tutti ne hanno preso atto e nessuno può accusare i Cobas che non facciano nulla».