Fare in modo che nessuno rimanga indietro. Lo chiede la Cgil d’Abruzzo e Molise a Regioni e Comuni nei giorni in cui migliaia abruzzesi e molisani stanno per perdere il reddito di cittadinanza. «Con i 169mila sms inviati dall’Inps nelle giornate di giovedì e venerdì di cui sono stati destinatari anche migliaia di abruzzesi e molisani, è stato definitivamente comunicato ai nuclei familiari percettori di reddito di cittadinanza con componenti tra i 18 e 59 anni, che la misura è sospesa e solo un eventuale intervento dei servizi sociali può riattivarla fino al 31 dicembre. Un sms che ha generato disperazione e sconforto tra chi già quotidianamente deve fare i conti la povertà e tutto quello che questo comporta», comunica il sindacato, secondo cui nel 2023 la platea dei percettori del sostegno economico, che «a giugno, secondo i dati forniti ieri dall’Inps, ha visto un aumento delle persone coinvolte sia in Abruzzo che nel Molise. Sono rispettivamente 34.834 le persone che ne hanno beneficiato in Abruzzo (357 in più di giugno) componenti di 18.916 nuclei familiari e 9.795 persone (133 in più dello scorso mese) in Molise (5.204 i nuclei familiari coinvolti)».
Comunicazione ed eventuale riattivazione sono operazioni che stanno creando un carico di lavoro sugli uffici competenti: «Le reti dei servizi sociali dei Comuni delle due regioni però, ad oggi, sia per strutturali carenze di personale che per mancanza di informazioni precise su come attivarsi e nei confronti di chi (non sono ancora chiari infatti alcuni passaggi nei rapporti con i Centri per l’Impiego né chi saranno coloro che potranno effettivamente essere presi in carico) non è certo in grado di smaltire tutto il lavoro che questa nuova incombenza comporta.
Un lavoro complesso che, oltre alla presa in carico di soggetti fragili nei confronti dei quali vanno immaginati singoli percorsi di sostegno sociale, prevede anche la comunicazione all’Inps, da parte degli uffici comunali tramite la piattaforma Gepi del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, dell’avvio del percorso stesso. Condizione questa necessaria perché vengano riattivati i pagamenti. Un lavoro che va inoltre svolto con la massima urgenza: tanto più tempo passerà, quanto più queste persone rimarranno senza quell’unica somma che adesso gli consente di andare avanti e se si dovesse andare oltre il 31 ottobre, verrà meno anche la possibilità di chiedere le somme arretrate.
Come richiesto da Cgil e Fp nazionali è quindi subito necessaria una proroga della scadenza che dia il tempo alle strutture comunali di acquisire tutte le informazioni necessarie e predisporre le attività utili per organizzare un adeguato ed efficiente servizio di presa in carico di un’utenza particolarmente fragile.
Al tempo stesso, anche con il sostegno delle strutture regionali dell’Abruzzo e del Molise e dei rispettivi assessorati, i comuni devono attivare una straordinaria azione di tutela nei confronti dei cittadini più deboli. Un’azione che passi anche dalla condivisione con le rappresentanze sindacali delle misure più urgenti da intraprendere, a partire dal rafforzamento del personale stabile dipendente delle singole strutture».