Sold out, mani alzate, voci al cielo ed una grande voglia di vedere realizzato il sogno di veder inserita Lanciano nei più grandi circuiti degli eventi internazionali. È stato questo e molto altro il concerto del duo del cantautorato italiano formato da Antonello Venditti e Francesco De Gregori che, ieri sera, ha letteralmente estasiato il Parco Villa delle Rose.
Il pubblico che, nonostante il caldo torrido, ha preso d’assalto l’arena concerti, ha cantato a squarciagola tutti i grandi successi dei due, da “Generale” a “Donna cannone” e “Sempre per sempre” di De Gregori, fino alle ballate di Venditti “Ci vorrebbe un amico”, “Ricordati di me” o “Notte prima degli esami”. Una scommessa vinta, quello del Parco Villa delle Rose, che va al di là degli steccati politici e che guarda al futuro di una città che spera di risvegliarsi da un torpore che l’ha avvolta per tanto, troppo, tempo, relegata a ruolo di mera cittadina di provincia.
«La storia dà torto o dà ragione canta De Gregori nel bel mezzo di Lanciano mentre il Bomba o non Bomba di Venditti mi ha fatto pensare a Paolini o non Paolini, quello che continua ad amministrare con lo specchietto retrovisore, al dodicesimo anno di mandato, a rimuginare ancora su non so cosa mentre “malgrado lui” lo spettacolo di stasera chiude la partita e spalanca opportunità per Lanciano». È il commento del consigliere di minoranza Leo Marongiu, da sempre sostenitore del nuovo Parco Villa delle Rose, a discapito della vecchia visione per fuochi d’artificio e campo di calcio.
«Gente di Campobasso, Ancona, San Severo o Macerata ho potuto incontrare e pure per noi lancianesi che dovevamo spostarci per sentire concerti del genere, non è poi così male vedersi due grandi mattatori della musica italiana diciamo lasciando la macchina a casa ed arrivandoci a piedi – commenta ancora -. Ed il tutto grazie a chi ha pensato e ideato questo spazio, grazie a Pino (Valente, ndr) che lo aveva capito fin da subito, a Mario (Pupillo, ndr) che ci si è impegnato a fondo, a Giacinto Verna sempre sul pezzo, ai lavori pubblici, a Lorenzo che ci aveva preso residenza per tutti i sopralluoghi e per i suggerimenti tecnici/ operativi (con Maurizio), a tutti quei visionari che hanno scritto una bella pagina per uno spazio che oggi ospita eventi di ogni tipo e che potrebbe sperimentarne altri. Ora è necessario investire sull’area ancora – prosegue -, ampliare la capacità, investire sugli spazi aggregativi, sul verde, sul parco giochi, sull’area pattinaggio.
Insomma, il milione di euro, invece, sbandierato ieri per il Diocleziano vi dico che mi ha lasciato un po’ perplesso per un’area umida, dove insiste una forte sofferenza idrogeologica e dove sono stati già spesi 2,5 miliardi di lire con scarsi risultati mentre magari bisognava pensare ad una risalita leggera ed una manutenzione del verde. Così come la scelta di riaprire al traffico il pezzo superiore del Corso verso l’ingresso di Villa Delle Rose appare sempre più anacronistica».
E a parte l’inevitabile polemica politica, è unanime il consenso, e anche la gioia, per aver potuto assistere ad uno spettacolo che fino allo scorso anno si fermava all’arena della Civitella di Chieti e oggi invece è qui, sotto casa, dove la domenica si va a passeggio e dove si insegna ad andare in bici ai propri figli. Ora non resta che attendere i nuovi eventi di agosto che porteranno al Parco Villa delle Rose Checco Zalone, Lazza e Nino D’Angelo con la certezza che non è che l’inizio di “una fantastica storia”, per citare Venditti.