«Con la transizione perderemo 70mila lavoratori. C’è bisogno di un piano industriale nazionale»

Di cosa parliamo – I lavoratori di Denso e Te stamattina hanno organizzato un presidio in piazza Papa Giovanni XXIII in concomitanza con lo sciopero nazionale dei metalmeccanici indetto da Fiom, Fim e Uilm. Presenti per l’occasione i segretari del settore che, insieme ad alcuni delegati, sono stati poi ricevuti dal sindaco Emanuela De Nicolis.

A fine anno i lavoratori della Denso non potranno più contare sugli ammortizzatori sociali. Per questo una delle prime richieste dei sindacati alle istituzioni è intervenire in questa direzione. A preoccupare fortemente i rappresentanti dei lavoratori però è soprattutto la transizione all’elettrico che rischia di lasciare a casa buona parte della forza lavoro che oggi è occupata nella produzione della componentistica per l’auto “tradizionale”.
Nicola Manzi, Uilm Chieti-Pescara, non usa mezzi termini: «Siamo seriamente preoccupati. C’è bisogno di un piano industriale nazionale. Basti pensare che per ogni dipendente dell’ex Sevel (oggi Stellantis Europe), dell’ex Magneti Marelli, ce ne sono due dell’indotto. Con la transizione elettrica si stima la perdita di 70mila addetti, va da sé che è il momento di investire nel nostro Paese e portare lavoro».

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