Prelevare, con abbattimento o cattura, il 50 per cento dei cinghiali nelle aree protette. Lo prevede il Triennale di monitoraggio e controllo del cinghiale presso le riserve regionali di Punta Aderci e Marina di Vasto, per cui è in Regione è stata avviata il 28 giugno la procedura per ottenere la Vinca, valutazione di incidenza ambientale.
CENSIMENTO – Sei punti sopraelevati di osservazione a Punta Aderci e due a Marina di Vasto sono serviti a contare 235 cinghiali nella prima e 42 nella seconda, «popolazioni distinte», precisa il documento di 83 pagine redatto dal biologo Fabio De Marinis su incarico del Comune di Vasto e inviato alla Regione Abruzzo e all’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). Questa è la cosiddetta «consistenza minima certa» della specie nelle due aree protette. Censiti anche dieci caprioli a Punta Aderci dove, in rapporto all’estensione della superficie monitorata, è stata riscontrata una densità di 60 cinghiali per chilometro quadrato.
110 INCIDENTI – In base ai dati della Regione Abruzzo, in sette anni sono stati 110 a Vasto gli incidenti causati da cinghiali che hanno attraversato le strade urbane ed extraurbane: quattro nel 2016, 13 nel 2017, 20 nel 2018, 18 nel 2019, 7 nel 2020, poi un’impennata nel 2021 con 37 sinistri e 11 nel 2022. Diversi contusi e feriti, fortunatamente nessuna vittima, ma danni per un totale di 104mila 261 euro. La maggior parte degli incidenti è concentrata nella zona nord, in particolare a ridosso della Riserva di Punta Aderci.
RAZZIA NELLE CAMPAGNE – Sempre alla ricerca di cibo, i cinghiali devastano le campagne. Ghiotti di uva: nel triennio 2020-2022 i vigneti hanno subito il 54 per cento dei danni nei campi coltivati di Vasto. Secondo obiettivo: i cereali (39 per cento), percentuali basse per soia (3 per cento), foraggere (3 per cento) e girasoli (1 per cento). Alla Regione Abruzzo, proprietaria della fauna selvatica, sono arrivate 23 richieste di risarcimento nel 2020, 10 nel 2021 e 15 nel 2022. In tutto, 257mila 755 euro.
I RIMEDI – Abbattimenti, catture e metodi ecologici (finalizzati a ridurre il cibo a disposizione degli ungulati) sono i rimedi individuati dal piano triennale. Recinzioni meccaniche ed elettrificate per proteggere le campagne dalle devastazioni causate dai branchi. E dissuasori di velocità per evitare che gli automobilisti spingano sull’acceleratore nei tratti di strada, soprattutto la statale 16, in cui i cinghiali atraversano più spesso.
Quali sono e dove sono questi dissuasori sulla SS16, cartelli stradali? Auto e moto andassero piu’ piano pensando appunto alla presenza di animali. Piu’ facile premere sull’acceleratore che sui freni e meno impegnativo strombazzare.