«Come mamme non ci viene chiesto di essere perfette ma noi stesse»

Diventare mamma vuol dire lasciare da parte un pezzetto di sé per fare posto al nuovo arrivato e trovare un rinnovato equilibrio senza dimenticasi di se stesse e di ciò che ci rende noi. È questo lo sguardo sulla maternità della psicologa Carla Pantaleone, giovane professionista frentana che da quando ha iniziato il suo lavoro, ha accolto tante famiglie e tante mamme alle prese con dubbi, sensi di colpa e paura di sbagliare. «Dovremmo ricordare di essere sufficientemente buone con noi stesse e non perfette – afferma la dottoressa Pantaleone -. I bambini non hanno bisogno di mamme perfette, ma felici. E per essere felici dovremmo mettere da parte la rigidità, concederci il fallimento e soprattutto evitare il giudizio delle altre, tra le altre». Quando si parla di festa della mamma e di maternità, di solito, sembra che sia tutto rose e fiori ma forse è arrivato il momento di normalizzare anche questo aspetto della vita di ogni donna.

La psicologa Carla Pantaleone

«Come approcciarsi ad altre mamme? Non c’è un solo modo giusto – prosegue la psicologa -, ciò che dobbiamo però tenere a mente è che l’empatia va messa sempre al primo posto e risulta fondamentale evitare il costante bisogno di mettersi in mezzo e credere che la propria esperienza sia l’unica possibile. Insomma, non dovrebbe essere così difficile evitare i consigli non richiesti. Ognuno deve sentirsi libero di essere genitore in base a ciò che è e più lo rappresenta. È la cura che crea relazione, non il continuo conflitto interno». Già, il conflitto interno che, insieme ai sensi di colpa, nasce quasi insieme al bimbo. Sono una brava madre se torno a lavoro subito? Se non torno a lavoro affatto? Se esco con le amiche e mi prendo del tempo per me? «Le mamme cercano ogni giorno di combattere con il retaggio culturale della nostra società patriarcale in cui la maternità ha una sorta di aura magica e la donna corrisponde solo ad un’immagine sacrificale – spiega ancora la dottoressa -. La verità è che quando si diventa madri, le donne si ritrovano a togliere un pezzetto di sé per accogliere il nuovo e serve un po’ di tempo per capire, capirsi e riconoscere di quali pezzi si possa fare a meno per sentirsi ancora se stesse e nello stesso tempo brave mamme».

«Mantenere un piano di sé è funzionale non solo per se stesse ma anche per il proprio bimbo»

E la bellezza dell’essere madri, al giorno d’oggi, forse sta proprio in questo. La possibilità di scegliere come esserlo senza condizionamenti né imposizioni. «Mantenere un piano di sé è funzionale non solo per se stesse ma anche per il proprio bimbo – prosegue la dottoressa Pantaleone -. Mostrargli fin da subito che ci si sente intere a prescindere dall’essere madre, insegna anche a lui a volersi bene, realizzarsi ed a non avere sensi di colpa nei confronti del mondo. Insomma – conclude -, senza dubbio è difficile essere madri in una società che non ci aiuta ad esserlo, ma trovare ed esprimere la narrazione di sé che possa essere il più coerente possibile con se stesse è il più bel regalo per la festa della mamma che ci si possa fare e che si possa fare ai propri figli».

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