Variante alla SS 16, le integrazioni dell’Anas: alternative scartate per i “no” di Provincia e Comune

I progetti alternativi di variante alla Statale 16 non sono stati valutati per via dei pareri ostativi di Comune di Vasto, Provincia di Chieti e Soprintendenza. L’Anas, il 12 dicembre scorso, ha depositato le integrazioni di riscontro alle numerose osservazioni sollevate dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica. Tra queste c’era la richiesta di rivalutare le soluzioni che prevedevano viadotti e gallerie sotto il belvedere di Vasto.

“No” alle alternative più performanti

Dibattito e osservazioni si sono focalizzati soprattutto sul tratto in territorio di Vasto. Nel progetto presentato al Ministero quasi un anno fa, l’Anas spiegava, simulazioni alla mano, che la soluzione “A” sarebbe stata la più performante – nel deviare il traffico di lunga percorrenza e ridurre gli impatti sull’abitato – riconoscendo però criticità dal punto di vista del dissesto idrogeologico e dell’impatto paesaggistico. Quest’ultimo ha infatti generato il lungo dibattito sull’eventualità di costruire viadotti e ponti sotto il belvedere. L’alternativa A prevedeva due gallerie artificiali di 60 e 170 metri, un cavalcavia di 200 metri (sempre in lunghezza) per oltrepassare la viabilità locale (via Istonia ecc.), un ponte e un viadotto di 300 metri per superare il canalone di Fosso Marino.

Questa ipotesi è stata scartata non per motivi tecnici o ambientali, si legge nella nuova documentazione depositata (redatta dalla Proger, capogruppo mandataria), ma per i «pareri ostativi» di amministrazioni ed enti. Nel dettaglio si cita la conferenza dei servizi tenutasi in Regione nell’aprile del 2022 per condividere le varie soluzioni progettuali durante la quale, oltre alla contrarietà di Provincia di Chieti e Comune, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Chieti ha sottolineato la «significativa modifica del contesto paesaggistico che provocherebbe la realizzazione del Tratto I della variante» con i viadotti/cavalcavia che avrebbero un forte impatto sul paesaggio, «interferendo con le visuali e con i presupposti del vincolo stesso che tutela le visuali da e verso il mare delle colline degradanti verso il mare».

Dal punto di vista dell’inquinamento acustico e della qualità dell’aria, le integrazioni fornite dall’Anas sottolineano il miglioramento che si avrebbe con l’attuale soluzione (la “D”, che partirebbe con una nuova rotatoria tra via Tosti, via Donizetti e via Ragusa). Il “non intervento” (opzione zero): «I risultati ottenuti dal software di simulazione hanno evidenziato un miglioramento generale del clima acustico, dovuto essenzialmente al bypass dei maggiori centri abitati» e benefici sulla qualità dell’aria (diminuzione di tutti gli inquinanti).

L’espianto degli ulivi e il dissesto idrogeologico

Tra le numerose criticità sottolineate dal Ministero c’era poi l’interferenza del progetto con un gran numero di ulivi, ben 500 piante. Questi non saranno eliminati, ma «espiantati, conservati nelle aree individuate (aree volano), limitrofe al tracciato stradale, e reimpiantati in aree idonee, da individuare in fase di progettazione esecutiva». Durante i lavori, quindi, si realizzeranno aree temporanee nelle quali piantare gli ulivi che poi saranno nuovamente spostati in sedi definitive da individuare lungo il nuovo tracciato; tali operazioni non avverranno in periodi di nidificazione dei volatili.

Alcuni degli ulivi da spostare

Alla corposa nuova documentazione depositata, che chiarisce numerosi aspetti meramente tecnici (ad esempio una difformità sulle dimensioni del futuro ponte sul Buonanotte, infrastruttura che sarà demolita e ricostruita, cioè due campate da 55,50 e 56 metri di lunghezza), potranno ora essere presentate ulteriori osservazioni.

L’iter autorizzativo del progetto di cui si discute da decenni è partito ufficialmente il 15 gennaio 2025, difficile prevederne la durata considerata la complessità dell’opera. Nel caso di via libera, la durata dei lavori è stimata in 41 mesi, oltre tre anni.

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