Un mondo in miniatura da scoprire. Anno dopo anno, da quarant’anni, ma sempre nuovo. Il presepe meccanizzato di Michele Cattafesta torna a incantare e si arricchisce di una nuova scena: il deserto, ricreato con cura artigianale, palme realizzate a mano e statuine in movimento che ampliano l’orizzonte del racconto natalizio.
Le scene sono tre e dialogano tra loro. In primo piano la Natività, cuore pulsante dell’opera, con la culla di Gesù Bambino che dondola dolcemente, grazie a un meccanismo che dona vita e tenerezza alla scena. Sul fondo il deserto, essenziale e suggestivo, mentre oltre il ponte che attraversa una cascata si apre un paesaggio montuoso: un piccolo paese, animato da frammenti di vita quotidiana riprodotte nei minimi dettagli, dove ogni gesto racconta una storia.
A rendere il tutto ancora più vicino alla nostra terra, un tocco di abruzzesità: gli arrosticini che cuociono. Un particolare che spicca tra un centinaio di personaggi sapientemente distribuiti in decine di scorci che rubano a lungo l’occhio dello spettatore.
Intervista di Michele D’Annunzio – Video di Nicola Cinquina











