A Furci il “Vicolo dei desideri” diventa un’installazione permanente, il 27 dicembre l’inaugurazione

Nel centro storico di Furci, un vicolo si trasforma nuovamente in uno spazio di possibilità, ascolto e immaginazione condivisa. Dopo l’esperienza dello scorso anno, l’Archeoclub di Furci ripropone il Vicolo dei desideri come pratica di arte relazionale, un progetto che non ha come obiettivo l’abbellimento urbano, ma la riattivazione simbolica e sociale degli spazi pubblici. Quest’anno l’opera compie un passo ulteriore: diventa un’installazione permanente, ma nasce durante l’evento stesso.

Durante l’evento del 27 dicembre, dalle ore 18, i cittadini di Furci e altri abitanti del territorio saranno invitati a compiere un gesto semplice: scrivere un desiderio. Un desiderio personale, intimo o collettivo, affidato a un biglietto appositamente preparato e collocato all’interno del vicolo illuminato: «È in questo atto partecipativo che l’opera prende forma: ogni frase contribuisce a costruire un desiderio corale, espressione della comunità che lo genera», spiegano gli organizzatori.

Il progetto, tuttavia, non si esaurisce nel tempo dell’evento. A distanza di alcune settimane, tutte le frasi raccolte verranno scannerizzate e incise su un materiale durevole, per essere poi reinserite nel vicolo, dando vita a un’installazione permanente: «Un archivio poetico e visibile dei desideri, destinato a restare nel tempo. Il Vicolo dei desideri diventa così uno spazio attraversabile, un arco simbolico tra presente e futuro, tra gesto individuale e memoria collettiva. Un luogo che invita a fermarsi, leggere, immaginare. Un luogo che continua a interrogare chi lo abita».

«L’opera si fonda su una convinzione precisa: gli spazi non sono mai neutri, ma possono essere riattivati attraverso relazioni, parole e pratiche condivise.  Il territorio, inteso come ambiente naturale e relazionale, è un elemento importante nella formazione dell’identità individuale e, per estensione, comunitaria. In questa prospettiva, ciò che si richiede all’arte non è di ridisegnare gli spazi urbani o abbellirli, ma di ascoltare e portare alla luce gli immaginari legati a questi luoghi e di evocarne di nuovi». 

«Partecipare all’evento del 27 dicembre significa essere parte dell’opera – l’invito finale dell’Archeoclub – L’inaugurazione sarà accompagnata da una festa con musica dal vivo, stand dell’Archeoclub e cibo preparato per l’occasione.In caso di condizioni meteorologiche avverse, l’evento verrà rimandato».

L’iniziativa dell’associazione, nata nell’estate del 2024, l’anno scorso ha riscosso numerosi apprezzamenti. Abbiamo raccontato il progetto in questo articolo [LEGGI] e nel video seguente

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