Ex Sevel, i numeri del ridimensionamento: nel 2025, 590 dipendenti e 26mila furgoni in meno

26mila furgoni prodotti in meno e una forza lavoro che scende di ben 590 dipendenti. Sono i freddi numeri emersi stamattina dall’incontro aziendale con rsa, le segreterie sindacali territoriali e management dello stabilimento Stellantis di Atessa. Tempo di bilanci nell’ex Sevel che mettono in luce il ridimensionamento della fabbrica più volte finito al centro delle rivendicazioni sindacali e della discussione politica.

Innanzitutto i livelli occupazionali. Il 2025 era iniziato con 4.947 dipendenti e si chiuderà con 4.357: ben 590 lavoratori in meno, nella maggior parte dei casi frutto della Separation, ovvero il piano di uscite incentivate varato nei mesi scorsi dall’azienda. L’emorragia occupazionale potrebbe proseguire anche l’anno prossimo. In coda, infatti, ci sono altre 200 richieste di lasciare lo stabilimento, l’azienda le valuterà nel 2026.

Venendo alla produzione, l’anno scorso si era chiuso con 192mila furgoni, il 2025 con 166mila veicoli prodotti. Un calo di 26mila unità che conferma una discesa che va avanti da vari anni (a parte una breve risalita nel 2023).
Per quanto riguarda le attese per il nuovo anno, la rsa della Fiom spiega che «Le proiezioni per il 2026 mostrano segnali di crescita e un moderato ottimismo rispetto ai volumi attuali. Il piano industriale prevede un’accelerazione progressiva già a partire dall’inizio del nuovo anno. Mentre il mese di gennaio vedrà una produzione di circa 640 furgoni al giorno, a partire dal 1° febbraio 2026 si registrerà un incremento, con l’obiettivo di raggiungere gli 820 furgoni giornalieri».

Da questi incrementi si attende il ripristino parziale del terzo turno (il notturno) – «una manovra che coinvolgerà circa 800 lavoratori sempre in modo volontario» – e il rientro del 50% dei 120 lavoratori oggi in trasferta.

I livelli occupazionali oggi sono tutelati dai contratti di solidarietà, rispetto al quale, nel corso dell’anno, lo stabilimento è stato oggetto di quattro ispezioni da parte del ministero del Lavoro. Oggi le parti sociali hanno siglato un nuovo accordo che estende l’ammortizzatore sociale fino al 31 luglio 2026: «La percentuale massima di riduzione dell’orario lavorativo fissata al 35% pari a massimo 1521, garantendo così una copertura strutturata per la gestione del personale nei prossimi mesi».

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