A San Salvo spunta mister Marco Giampaolo: «Bambini, in campo divertitevi, ai genitori dico questo…»

Un gancio che ha legato San Salvo all’indimenticato Giovanni Galeone, in una sorta di passaggio di consegne con il direttore Meuccio Di Santo che nella mattinata di oggi, mercoledì 3 dicembre, ha portato, come sorpresa pre natalizia, Marco Giampaolo a conoscere per la prima volta l’ambiente sansalvese. Il legame tra Galeone e Giampaolo è fortissimo, quest’ultimo, all’alba degli anni 2000 iniziò la carriera da allenatore, tra i “grandi”, proprio come vice del tecnico friulano, sulla panchina del Pescara. Qualcosa andato ben oltre la narrazione quotidiana in campo tra head coach e allenatore in seconda, un rapporto rafforzatosi, per oltre vent’anni, soprattutto fuori dal rettangolo verde.

Quasi 350 panchine in Serie A, dalle prime con il Cagliari all’ultima esperienza della scorsa stagione con il Lecce, culminata con la salvezza, con il quale è ancora sotto contratto anche se è in attesa per tornare in pista. In mezzo vent’anni sedendo anche sulle panchine di Siena, Catania, Cesena, Empoli, Sampdoria, Milan e Torino. L’arrivo intorno alle 11:30, l’abbraccio con Meuccio che, insieme a Giampaolo ha invitato anche i direttori sportivi Andrea Iaconi e Stefano Cordone, entrambi già visti a San Salvo, nel 2022 in occasione dell’ultima visita di Galeone (leggi).

Nell’aula consiliare del Comune di San Salvo, ad attendere Giampaolo baby calciatori, accompagnati dai loro allenatori e alcuni genitori, dei settori giovanili dell’Asd San Salvo e degli Aquilotti San Salvo. Una chiacchierata lunga oltre un’ora con il cinquattottenne tecnico di Giulianova presentato dal sindaco Emanuela De Nicolis, il vice sindaco Eugenio Spadano insieme agli assessori Faga e Travaglini. Le prime domande poste dalla De Nicolis, poi è stato il turno di Spadano passando per gli allenatori presenti e le curiosità dei baby calciatori emozionati nel trovarsi di fronte a un allenatore di grande esperienza.

Ha risposto, dettagliatamente, a tutte le domande, su quanto sia cambiato il mondo del calcio, nel suo caso il ruolo dell’allenatore, sotto tutti gli aspetti: «Prima l’allenatore aveva al suo fianco un solo collaboratore, oggi ci sono staff tecnici con dieci collaboratori, la cura dei dettagli è fondamentale». Tocca anche il tasto di come sia cambiata la comunicazione: «Trent’anni fa le parole di un allenatore venivano lette solo sui due-tre quotidiani sportivi nazionali, oggi che qualcuno riprenda le mie dichiarazioni che possono essere ascoltate anche a migliaia e migliaia di chilometri da qui. Dobbiamo pesare sempre le nostre parole, in qualunque situazione pubblica».

I messaggi, sono tanti, anche per i baby calciatori presenti in aula: «A voi dico di divertirvi in tutti gli allenamenti e invito i vostri allenatori a non perdere troppo tempo dietro discorsi ed esercizi. Rispetto a prima si gioca a calcio molto meno, ecco perché in quell’ora-ora e mezza di allenamento i giovani calciatori devono toccare il pallone più tempo possibile, devono giocare e basta». Qui uno dei tanti passaggi con Galeone, si rivolge al direttore Iaconi ricordando quando: «Il mister non amava per nulla i momenti del riscaldamento, molte volte ci diceva di iniziare subito a giocare, qualcosa di impensabile oggi. A lui interessava solo ed esclusivamente il gioco, stava in campo per insegnare calcio il più possibile».

Un ruolo fondamentale è quello svolto dai genitori: «A loro dico di stare lontani dai loro figli quando si parla di pratica sportiva. Sia chiaro, non fraintendete le mie parole, lo stare lontano è rivolto soprattutto a quei genitori invadenti su cui potremmo star qui a parlare ore e ore su tutto quello che non devono fare se davvero vogliono il bene dei loro figli». Per rendere meglio l’idea racconta due aneddoti di suo padre, a partire da quando un dirigente lo convocò per mandare a giocare altrove l’allora giocatore Giampaolo visto lo spazio limitato con il Giulianova: «Mio padre rispose che suo figlio sarebbe rimasto in giallorosso perché quello era il suo gruppo dove doveva divertirsi con i compagni visto che l’aspetto più importante era quello dello studio». L’altro episodio raccontato è di quando «in un pomeriggio piovoso fu mio padre ad accompagnarmi all’allenamento, fu l’unica volta, proprio perché non volevo che venisse al campo mi feci lasciare a 100 metri dall’impianto».

A chi gli chiede quanto sia fondamentale, nelle scuole calcio, la presenza di allenatori abilitati e non figure senza titoli Giampaolo è lapidario: «Su questo fronte potrei essere molto cattivo, per come intendo io il calcio in quelle fasce di età non servono allenatori ma figure che seguano i bimbi mentre si divertono con il pallone tra i piedi. Tutto il resto verrà negli anni a seguire». In chiusura dell’incontro a sorpresa il sindaco De Nicolis ha consegnato a mister Marco Giampaolo il gagliardetto della Città di San Salvo e una targa in ricordo della piacevole mattinata trascorsa in Comune. Un’occasione, nata grazie a Meuccio Di Santo, che ha rafforzato il legame tra la comunità calcistica sansalvese e figure di primo piano del calcio nazionale. Tra tanti selfie e la volontà di ritrovarsi, più in là, per un altro incontro, magari quando il “Davide Bucci” tornerà a splendere.

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