La torre eolica nel bosco non convince la Regione, il progetto Edison dovrà essere modificato

Non si possono escludere impatti ambientali significativi e negativi sulla biodiversità, per questo il progetto eolico della Edison a Liscia dovrà essere sottoposto alla procedura Via (Valutazione di Impatto Ambientale).
Lo ha deciso il comitato Via della Regione riunitosi, il 20 novembre scorso, per valutare il progetto presentato nel dicembre del 2024. La Edison qui intende installare in località “Fonte piccola” 3 aerogeneratori della potenza di 6 MW ciascuno, per una potenza complessiva di 18 MW e un’altezza massima (quando la pala è in linea) di 180 metri [LEGGI]. La zona individuata è quella percorsa dal grande incendio del 2015, circostanza significativa nella vicenda.

Nel corso della nuova procedura, la Edison dovrà effettuare elaborare gli opportuni approfondimenti per superare i pareri negativi degli enti gestori valutando anche le eventuali soluzioni alternative. I citati aspetti negativi riguardano le dimensioni del progetto, i possibili disturbi ambientali, la capacità di carico dell’ambiente naturale (con particolare attenzione alle zone montuose e forestali), le zone classificate o protette dalla normativa nazionale, le interferenze con i siti della rete Natura 2000 e le zone di importanza paesaggistica, storica, culturale e archeologica.

Uno dei punti principali riguarda l’area individuata per l’installazione di un aerogeneratore, collocato in un bosco. Nel provvedimento si legge che l’intervento «richiede necessariamente l’eliminazione del bosco», quindi necessita di un’autorizzazione apposita. Un passaggio, questo, molto simile a quanto avvenuto con il progetto gemello di Monte Sorbo, in territorio di Carpineto Sinello, arenatosi davanti ai due “No” dal servizio Foreste e parchi regionale [LEGGI] per il quale non c’è interesse pubblico nell’eliminazione o riduzione di superficie boscata.

Alla riunione del 20 novembre hanno partecipato anche alcuni sindaci, tra i quali Antonio Di Santo (Liscia) che ha ribadito il suo parere favorevole «per le ricadute positive sul proprio territorio». Nel proprio intervento, il primo cittadino ha fatto emergere (in risposta ad alcune osservazioni) che i 100mila euro che la Regione riconobbe, nel 2016, al Comune per il rimboschimento post-incendio «non è stato usato nell’area dell’intervento bensì nel centro abitato».

Tra i colleghi presenti, il sindaco di Palmoli, Giuseppe Masciulli, che ha sottolineato «l’artificioso frazionamento tra l’impianto di Liscia e di Carpineto (se riunite in un unico progetto, questo sarebbe dovuto passare per l’iter ministeriale, nda)».
Il parere negativo è stato confermato anche dai sindaci Nicola Zerra (San Buono), Fabio Di Vito (Furci) ed Ernano Marcovecchio, quest’ultimo ha spiegato: «Monte Sorbo ha un profilo prevalente visibile da più comuni e dunque l’impatto non si limita a quanto analizzato dal proponente ma è maggiormente esteso».

Il progetto, quindi, dovrà ora essere integrato e sottoposto alla procedura di valutazione d’impatto ambientale con una nuova fase che prevede le osservazioni di enti, associazioni e cittadini.

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