«Candidato sindaco? Solo se il mio nome unisce. Sì alle primarie. Menna decide sempre da solo»

Francesco Prospero, consigliere regionale e comunale di Fratelli d’Italia, lei è favorevole o contrario al progetto di resort a Punta Aderci?

«Si tratta di una questione che abbiamo appreso dagli organi d’informazione e che andrebbe approfondita in commissione Assetto del territorio, dove sono rappresentate sia la maggioranza che la minoranza. Ma il sindaco Menna decide, come al solito, per conto suo, senza condividere scelte che, come questa, riguardano un macrotema di interesse generale».

Francesco Prospero (FdI)

A proposito di futuro sindaco: è una scelta in cui, negli ultimi vent’anni, il centrodestra ha scontato divisioni, soprattutto tra partiti e liste civiche.

«A Vasto il centrodestra ha oggi una grande opportunità: ritrovare piena unità e costruire un progetto serio, credibile e realmente alternativo all’attuale amministrazione. L’unità deve nascere innanzitutto tra i partiti della coalizione, per poi essere condivisa con quelle liste civiche che scelgono in modo chiaro, pubblico e inequivocabile di essere alternative all’attuale governo cittadino. Le civiche che assumono questa posizione hanno pieno diritto di sedere ai tavoli con la stessa dignità e autorevolezza dei partiti. Il candidato sindaco non deve essere necessariamente un politico: può essere una figura espressione della società civile, purché su quel nome si realizzi la massima convergenza. L’obiettivo è uno solo: individuare una figura unitaria, forte e rappresentativa, capace di guidare una coalizione compatta».

Tra i possibili candidati, circola anche il suo nome. Accetterebbe una candidatura a sindaco?

«Per quanto mi riguarda, valuterò un’eventuale proposta di candidatura — nel rispetto e nella compatibilità con il mio percorso professionale di avvocato — se questa potrà realmente contribuire a rafforzare l’unità del centrodestra e il nostro progetto per il futuro di Vasto. Le primarie sono uno strumento valido e democratico: possono funzionare molto bene se gestite con serietà in tutte le fasi — prima, durante e dopo — rendendole un momento di partecipazione e non di divisione. Ciò che conta è che la coalizione, qualunque metodo scelga, resti compatta e determinata nel costruire una vera alternativa per la città».

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