Consumo di suolo, a Vasto dati superiori a media nazionale e regionale, «Numeri da emergenza»

1.058,1 ettari di territorio comunale cementificati, asfaltati o comunque antropizzati, pari al 14,92% dell’intera superficie comunale, contro una media nazionale del 7% e del 5% regionale. Sono i dati Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) sul consumo di suolo riguardanti Vasto sottolineati in una nota da Augusto De Sanctis, del Forum H2O, in risposta alle dichiarazioni del sindaco Francesco Menna riguardanti il progetto di resort. Il primo cittadino ha affermato di essere a favore dei villaggi turistici e non di cementifcazioni impattanti.

Il rapporto Ispra reso in esame da De Sanctis è quello che parte dal 2016, anno di insediamento del primo mandato di Menna: «Sotto le sue due amministrazioni (considerando nel calcolo i dati dal 2017 in poi) sono stati persi ulteriori 28,13 ettari di suolo, contro un ripristino di soli 1,49 ettari. Pertanto, dal 2017 al 2024 il consumo di suolo netto è stato di 26,64 ettari pari a 30 campi di calcio. In sette anni si è sempre consumato suolo, tra il minimo del 2017 di 1,17 ettari al massimo di 8,4 ettari proprio nel 2024 ultimo anno di rilevazione. Invece un ripristino ambientale si è verificato in soli tre anni su sette, per miseri 1,49 ettari complessivi».

De Sanctis, quindi, invita a riflettere su un livello di consumo di suolo «da considerare, oltre che scriteriato essendo una risorsa non rinnovabile, una vera emergenza. Basti pensare alla riduzione della capacità di infiltrazione dell’acqua in caso di maltempo, con fiumi di acqua che scorrono sulle strade».

Il progetto presentato dalla C-Naturae di Pescara, almeno nelle intenzioni espresse, non prevede nuova cementificazione, ma l’abbattimento delle strutture in muratura già esistenti e l’uso di strutture mobili.

«Non facciamo fatica a capire perché il sindaco e parte della sua amministrazione si siano subito schierati a favore dei 52 prefabbricati del cosiddetto resort che dovrebbe nascere sulla Via Verde. Tutta retorica per mettere la polvere sotto al tappeto. Noi invece guardiamo in faccia la realtà. Il consumo di suolo ipoteca il presente e il futuro di una comunità. Esiste pure l’effetto cumulo degli interventi sul territorio che moltiplica i danni. Qualsiasi valutazione ambientale, comprese quelle a cui dovrebbe essere sottoposto il resort, dovrebbe affrontare questo tema. Ogni amministrazione conscia dei limiti del territorio dovrebbe fermare questo consumo di suolo galoppante. Anzi, Vasto dovrebbe togliere cemento e asfalto, in linea pure con le norme comunitarie sul ripristino della natura. Invece la direzione presa ci pare quella di consumare il suolo residuo come se non ci fosse un domani moltiplicando gli interventi anche negli ambiti più delicati e pregiati sopravvissuti all’indigestione da cemento».

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *