Prestigiosa occasione per la presentazione del libro dell’avvocato vastese Giampaolo Di Marco, direttore generale del Dipartimento libere professioni, che ha avuto modo di incontrare Papa Leone XIV. Il volume, intitolato Le Professioni Intellettuali nell’era della digitalizzazione per il bene comune, è stato presentato a Roma nelle celebrazioni del Giubileo dei professionisti.

«L’opera – si legge in un comunicato – raccoglie contributi di studiosi e professionisti, con l’obiettivo di ridefinire il ruolo scientifico, economico e sociale delle professioni intellettuali nell’ecosistema digitale. Il volume è stato consegnato a Sua Santità Papa Leone XIV nel corso dell’udienza giubilare riservata a Confprofessioni, alla presenza di centinaia di liberi professionisti provenienti da tutta Italia. Un gesto simbolico che intende sottolineare il valore etico e civile delle professioni intellettuali come presidio del bene comune. In un tempo in cui la tecnologia sembra semplificare ogni pensiero, «il volume invita a riscoprire la “fatica del pensare”, proponendo un rinnovamento culturale fondato sull’“inquietudine generativa”, come tensione vitale che spinge a cercare risposte nuove alle domande di sempre», spiega Di Marco.
Le professioni intellettuali — avvocati, medici, ingegneri, architetti, docenti, giornalisti — sono chiamate a guidare la transizione digitale, preservando i valori fondanti della loro tradizione: etica, responsabilità, servizio e equità. «Mi piacerebbe vedere le professioni non impegnate ad essere mere stimolatrici di correzioni di errori, ma capaci di rivolgersi criticamente a una credenza collettiva», afferma Di Marco. Questo ruolo, aggiunge, «ci permetterebbe di creare una piattaforma culturale universale che ci indichi chiaramente l’agenda della riflessione, che ci solleciti e ci proietti nel futuro».
Il volume adotta un approccio ecumenico, evidenziando i denominatori comuni tra le diverse categorie professionali e offrendo una lettura sistemica del loro contributo alla società. «Chi si ferma è perduto» — conclude Di Marco — «e il cammino verso il bene comune passa oggi, più che mai, dalla capacità di innovare senza rinunciare ai valori che ci rendono umani». Confprofessioni, promotrice del Dipartimento e dell’iniziativa, sottolinea il valore sociale delle professioni. «Esse custodiscono un sapere che non si esaurisce nella tecnica, ma che diventa responsabilità sociale, presidio di legalità, strumento di coesione e motore di progresso», afferma Marco Natali, presidente di Confprofessioni. «Da questa pluralità nasce una ricchezza che va oltre le singole specificità: un pensiero condiviso che si fa progetto, una responsabilità comune che si traduce in azione».
Il direttore dell’Osservatorio Professionisti e Innovazione Digitale del Politecnico di Milano, Claudio Rorato, che ha curato la prefazione del libro, evidenzia come «le libere professioni siano un patrimonio sociale, prima ancora che economico, da salvaguardare». Il libro, aggiunge, «ci invita ad agire di concerto con l’ecosistema, senza dimenticare i valori etici, che restano un faro da seguire».









