Il palazzo da 65 metri di altezza a San Salvo Marina non si farà. Da oggi, ciò che era emerso nei giorni scorsi, è ufficiale: il consiglio comunale ha approvato il ritiro della precedente delibera contenente la variante al piano regolatore generale che avrebbe permesso l’edificazione di strutture da quell’altezza. Il punto all’ordine del giorno è stato approvato con 9 voti a favore, quelli della maggioranza, e 7 astenuti (assente il consigliere di minoranza Giovanni Mariotti).

Durante la seduta – come prevedibile visto che l’argomento ha dato vita nei mesi scorsi a proteste, iniziative, osservazioni e raccolte firme – non sono mancati i botta e risposta, anche perché la minoranza ha fatto capire sin da subito di essere soddisfatta a metà e puntare al ritiro dalla vendita della ex particella 18.
«Probabilmente a San Salvo non siamo ancora pronti», che poi ha citato il dissenso popolare come fattore decisivo: «Visti la partecipazione e il sentire comune, maggioritario sulla posizione del “no”, nonostante qualcuno dica che siamo una dittatura, abbiamo deciso di fare un passo indietro». La scelta è stata motivata anche con il mancato raggiungimento di minore consumo di suolo considerata la ridotta superficie della particella. «Al fine di rendere più veloce l’iter burocratico, torniamo a quanto previsto dalle precedenti deliberazioni: la stessa volumetria, non in altezza, destinata il 70% alla ricettività, di cui San Salvo ha bisogno, e il 30% a scopo residenziale».

È stato quindi Fabio Travaglini, con un emendamento, a chiedere l’eliminazione dalla proposta di delibera dei riferimenti al ritorno alle precedenti scelte, passaggio fondamentale per rinunciare alla vendita di quei terreni fronte mare: «Innanzitutto, mettiamo in chiaro che non c’è stato alcun confronto con la popolazione; probabilmente, è venuto meno l’interesse di chi aveva pronto il progetto (passaggio, questo, che ha suscitato la reazione della sindaca che ha parlato di «gravi insinuazioni», ndr). Bisogna ripensare in modo innovativo quello spazio riavviando un dibattito serio su cosa deve diventare».

A puntare l’attenzione soprattutto sul mancato coinvolgimento nelle scelte è stata la capogruppo del Pd, Emanuela Tascone: «Se si fossero ascoltati i cittadini dall’inizio, si sarebbe evitato il passo in avanti e poi indietro. Per un punto così importante non potete decidere da soli anche perché non siete più maggioranza in città pur avendo i numeri per stare in piedi». «Sono state dimostrate la vostra arroganza e la vostra presunzione, così come state dimostrando per il Prg», ha rincarato Michela Torricella.

Dai banchi dell’opposizione, Nicola Argirò ha invitato a una importante riflessione: «Ok, il palazzaccio non si farà, ma teniamo presente che con la vendita di quel terreno viene meno la possibilità di realizzare il raddoppio del lungomare. Per questo mi appello ad associazioni e comitati affinché continuino con la mobilitazione».
Dello stesso avviso, Alfonso Di Toro: «Da Ancona in giù nessun comune può vantare un simile terreno fronte mare, per questo pur apprezzando il ripensamento, chiedo di aprire un’ulteriore riflessione».
Come detto, con il ritiro della delibera tornano attuali i criteri già previsti dal prg: chi acquista il terreno dovrà destinarlo per il 70% alle strutture ricettive, il 30% ad appartamenti. Le strutture turistiche potranno avere un’altezza di 22 metri (7 piani), quelle residenziali di 6 metri (2 piani).
Il consiglio comunale









