Osservazioni e consumo di suolo, le ragioni dietro il passo indietro sulle strutture da 65 metri

Le osservazioni delle associazioni e i dubbi dei cittadini hanno avuto un peso importante nella decisione della maggioranza di centrodestra di San Salvo di ritirare la delibera di approvazione della variante al prg che avrebbe permesso di edificare un grattacielo di 65 metri sulla ex Particella 18 (oggi 4172 e 4173).
Lo si può dedurre dalle motivazioni della proposta di revoca che sarà discussa nel consiglio comunale di lunedì 3 novembre. Il passo indietro tiene conto dei «numerosi confronti intercorsi anche con la cittadinanza e delle osservazioni presentate».

Inoltre, si cita anche un altro punto fondamentale molto dibattuto, quello del consumo di suolo: «L’amministrazione ritiene opportuno rivalutare la precedente posizione, circa lo sviluppo in altezza della particella interessata, in considerazione del fatto che, a cubatura invariata, data l’estensione ridotta della stessa particella, in ogni caso, non si otterrebbe a pieno l’obiettivo principale, ossia quello del consumo del suolo, con conseguente dilatazione dei tempi procedimentali per le valutazioni ambientali e paesaggistica».

Si tratta di un passaggio fondamentale, considerato che la sindaca Emanuela De Nicolis, e in generale la maggioranza di centrodestra, hanno, sin da subito, motivato la scelta di portare a 65 metri l’altezza massima consentita l’ottica di uno sviluppo verticale che avrebbe consentito il risparmio di suolo. Un punto inizialmente a favore che considerando la ridotta superficie delle due particelle (19.190 metri quadri) verrebbe meno.

Il sit-in organizzato da Gabriele Marchese e alcune delle associazioni che hanno presentato le osservazioni

Per quanto riguarda le osservazioni, a sollevare forti criticità erano stati WWF, ⁠Italia Nostra e Gruppo Fratino del Vastese, Stazione Ornitologica Abruzzese, Comitato Civico e Ambientalista San Salvo e Circolo Avanti San Salvo [LEGGI].

Con il prossimo ritiro della delibera, si tornerà ai criteri stabiliti negli anni precedenti, con un’altezza massima differenziata a seconda della destinazione degli edifici: turistica (22 metri, 7 piani) o residenziale (6 metri, 2 piani). Resta, quindi, ferma la volontà di vendere il terreno per ricavarvi almeno una parte delle risorse economiche necessarie alla riqualificazione del tratto nord del lungomare. Nella delibera al centro della vicenda la base d’asta era stata fissata a 2.270.743,69 euro.

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