«Al dirigente del Comune di Vasto, Alfonso Mercogliano, andrebbe assegnato un premio Stachanov, il leggendario instancabile minatore russo, anche se forse il suo attivismo nasconde anche un po’ di ansia da prestazione». Augusto De Sanctis del Forum H2O interviene sulla vicenda dell’avvio della procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale del Piano di assetto della Riserva Marina di Vasto, già al centro di numerose critiche da parte delle associazioni ambientaliste soprattutto per la previsione 8 nuove strutture di ristoro.

Le criticità evidenziate nei mesi scorsi riguardano «l’eccesso di antropizzazione con relativo disturbo in un’area protetta di estensione tutto sommato limitata e già letteralmente assediata da strade e cemento». De Sanctis, ora prende in esame l’iter procedurale: «Siamo arrivati al punto che il dirigente, il 14 ottobre, ha depositato in Regione l’istanza per la Valutazione di Incidenza sulla proposta di Piano di assetto e dopo pochi giorni, il 21 ottobre, ha pure dato parere favorevole alla sua stessa istanza».

«Ansia da prestazione che, però, confligge con le norme comunitarie sulla divisione dei ruoli tra soggetto proponente e soggetto valutatore. Non solo devono essere figure diverse, ma devono rimanere anche autonome in maniera sostanziale, anche se appartenenti allo stesso ente. In sostanza, se la regione chiede al comune di Vasto un parere sulla sua istanza in qualità di ente gestore del sito, a rispondere deve essere un soggetto diverso da chi ha presentato l’istanza, ad esempio un altro dirigente avente specifiche competenze in materia ambientale e che non sia sottoposto gerarchicamente a Mercogliano».
«Esiste una granitica giurisprudenza in merito, in ultimo una sentenza della Corte di Giustizia Europea di pochi mesi or sono [LEGGI] – conclude De Sanctis – Ovviamente scriveremo alla Regione evidenziando l’assoluta illegittimità del parere. Ricordiamo che chiunque può presentare osservazioni al Piano entro il 16 novembre. Da parte nostra concordiamo sulla necessità di evitare ulteriore occupazione di suolo naturale e, anzi, rilanceremo sulla necessità di restaurare ambienti dunali che presentano gravi segnali di compromissione».









