Stop definitivo al disinnesco di ordigni e munizioni e, per il futuro, investimenti consistenti e aumento dei posti di lavoro. Con questo piano l’Arca Defence Italy si è presentata al tavolo regionale sul futuro della Esplodenti Sabino. L’azienda di Casalbordino è ferma dal secondo, tragico incidente: quello in cui, il 13 settembre 2023, hanno perso la vita tre operai. Tre loro colleghi erano morti nel dicembre 2020.

Stamattina, nella sede di Pescara della Regione Abruzzo, si sono confrontati la proprietà attuale, quella precedente e i sindacati. Attorno al tavolo l’assessora regionale alle Attività produttive, Tiziana Magnacca, rappresentanti di Confindustria, il presidente del cda della Esplodenti Sabino, Gianluca Salvatore, l’amministratore delegato di Arca Defence Italy, Ciro Milano, la vicesindaca di Casalbordino, Carla Zinni, il responsabile regionale della Femca Cisl, Massimiliano Recinella, i segretari provinciali di Filctem Cgil, Emilio Di Cola, e Uilcem Uil, Arnaldo Schioppa, e i componenti della Rsu aziendale.
Fine della demilitarizzazione
Il sito produttivo di contrada Termine non si occuperà più di demilitarizzazione di proiettili, missili e ordigni. L’azienda casalese è stata una delle poche operanti in questo settore in Europa, lavorando per il ministero della Difesa e per diversi Paesi della Nato. Dopo l’incidente del settembre 2023 la prefettura di Chieti aveva disposto la sospensione delle licenze. Il gruppo turco con sede italiana a Milano non ha intenzione di riprendere quel tipo di attività.
Futuro in due step
L’Arca Defense, che l’11 giugno ha acquistato la fabbrica abruzzese, è specializzata nella produzione di munizioni di vario calibro: da proiettili di diversa taglia (artiglieria, mortai e munizioni per armi), passando per razzi con gittata di 20 e 40 chilometri ed esplosivi al plastico. Il piano industriale della società di Ankara prevede due fasi: nella prima, lo stabilimento di Casalbordino riprenderà le attività, mentre il secondo step comporterà un importante investimento che, secondo quanto emerso dal tavolo di confronto, sarà non inferiore ai 100 milioni di euro. Così si potranno non solo riassorbire i lavoratori attuali, ma anche prospettare nuove assunzioni. Per la ripresa delle attività serviranno quatto-cinque mesi, Nel frattempo la Regione ha garantito il rinnovo dela cassa integrazione per tutti i 65 dipendenti ormai fermi da più di due anni.
«La produzione, una volta concluso il processo di insediamento della nuova azienda, sarà automatizzata con una riduzione sensibile dei rischi connessi alla lavorazione, che sarà concentrata sul confezionamento di proiettili di artiglieria medio calibro e sul caricamento di granate con sistemi automatizzati», spiega Magnacca.
«Si è chiuso – commenta Di Cola al termine della riunione – un capitolo, purtroppo, triste della storia di questa azienda. Non dobbiamo mai dimenticare che sei lavoratori hanno perso la vita. Dal 1° ottobre è iniziata una nuova era, visto che, con gli investimenti dell’Arca Defense, si apre la prospettiva si allargare la base dei lavoratori raggiungendo numeri importanti. Giovedì riferiemo all’assemblea dei lavoratori».