San Salvo, il prg commissariato. «Alcuni consiglieri non hanno neanche il tempo per rispondere a una pec»

Il piano regolatore generale (prg) di San Salvo commissariato. Il consiglio comunale di ieri ha approvato con i soli voti dalla maggioranza la trasmissione degli atti a un commissario ad acta che quindi sarà chiamato ad approvare l’importante documento sullo sviluppo della città. I consiglieri di opposizione (Fabio Travaglini, Emanuela Tascone, Michela Torricella, Nicola Argirò, Marika Bolognese, Alfonso Di Toro e Giancarlo Lippis, Giovanni Mariotti era assente) sono usciti dall’aula così come per il punto sull’ex asilo di via Firenze [LEGGI].

Emanuela De Nicolis

Per il punto all’ordine del giorno, necessario per far avanzare l’iter di adozione del prg che si aggira tra gli uffici dal 2015, si trattava del terzo tentativo di approvazione nell’assise civica. Come già emerso nelle puntate precedenti, l’ostacolo principale si è rivelato essere la mancata comunicazione, da parte di alcuni consiglieri, della consistenza delle proprietà immobiliari propria e dei parenti fino al quarto grado. Le omissioni, totali o parziali, riguarderebbero gli esponenti delle opposizioni.

È stata la sindaca Emanuela De Nicolis – che ha la delega all’Urbanistica – a esporre il punto spiegando che «bisogna accertare, per la massima trasparenza, la consistenza delle proprietà immobiliari dei consiglieri comunali, dei coniugi dei consiglieri e degli ascendenti e discendenti in linea retta fino al quarto grado». «Abbiamo sollecitato più volte con pec e telefonate tutti i consiglieri a integrare le proprie dichiarazioni – ha continuato – Visto che diversi consiglieri non hanno predisposto le tavole e visto che nelle tavole predisposte c’è la possibilità di situazioni di incompatibilità chiediamo al consiglio la nomina di un commissario ad acta».

Argirò (foto di repertorio)

Punto delicato, come prevedibile, che ha dato vita a un aspro confronto (Di Toro è uscito non partecipando neanche alla discussione). Argirò ha condannato fermamente la proposta della sindaca, «È grave espropriare i consiglieri comunali impedendo loro di potersi esprimere, è un atto non giusto». Posizione simile quella di Travaglini che ritiene insufficienti le informazioni in possesso per prendere tale scelta: «Come faccio a capire se è necessario il commissario se non so quanti consiglieri sono incompatibili? Fate una diffida ai consiglieri inadempienti piuttosto».

Di Ninni (foto di repertorio)

Alla discussione ha partecipato anche la presidente del consiglio comunale, Tiziana Magnacca: «Se ci troviamo in questa situazione è perché c’è chi non ha avuto neanche la buona creanza di mandare la propria situazione e dei familiari aggiornata. Questa è una mancanza di responsabilità. Nell’ultimo consiglio abbiamo rimandato per consentire a tutti di fornire le integrazioni. Non si può tenere aperta la discussione per sempre perché qualcuno trovi il tempo nel fine settimana di rispondere alle pec e visionare le carte. Chi non l’ha fatto ha creato la condizione di paralisi del consiglio. Non c’è nessun esproprio, sarà possibile fare tutte le osservazioni del caso, nessuno sarà limitato».

«C’è stato tutto il tempo per studiare le carte – ha rincarato De Nicolis – Vi è stato consegnato uno specchietto con i parenti di quarto grado per facilitarvi, siete stati sollecitati dagli uffici, con le Pec, io personalmente ho chiamato il leader dell’opposizione che avrebbe dovuto rapportarsi con voi».
Bolognese, prima di abbandonare l’aula ha detto: «La nomina di un commissario, che avrà anche un costo, perché noi consiglieri non riusciamo a risalire al nostro grado di parentela è una sconfitta, è inconcepibile. Noi consiglieri non riusciamo a ottemperare a un nostro dovere».
Di Ninni, infine, ha ricordato: «L’ultima Pec è del 31 luglio, sarebbe bastato rispondere. Ci sono consiglieri che non hanno minimamente interloquito. Prendiamo atto che, evidentemente, non si riescono a trovare neanche 30 secondi per aprire una Pec e scrivere un messaggio di testo».

Ora, dopo la pubblicazione della delibera di consiglio, la Regione dovrà nominare un commissario ad acta che avrà il compito di portare a termine il compito.

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