T-shirt della band trapper P38 durante il congresso, il centrodestra unito: «Apologia di terrorismo»

«Si esalta il terrorismo». Fronte unito nel centrodestra nel condannare la t-shirt indossata da un giovane presente all’assemblea dei Giovani Democratici del 23 settembre. Sulla maglietta ci sono una versione rossa dei Teletubbies (personaggi dell’omonimo noto show tv per bambini) sormontati dalla scritta “Brigate” e dall’inconfondibile stemma dell’organizzazione terroristica: una stella a 5 punte in un cerchio.

Musica e Brigate rosse

La t-shirt è stata ideata dal gruppo trap P38 – La gang che l’ha messa in vendita, insieme ad altri capi simili, online – al costo di 20 euro – per contribuire alle spese legali per i reati di istigazione a delinquere e/o di apologia di reato; da qualche ora è stata rimossa dal sito internet. I quattro membri della band – che si esibiscono con passamontagna – sono infatti stati denunciati dai familiari di alcune delle vittime.
Dopo le denunce, le loro apparizioni si sono ridotte (anche a causa delle innumerevoli date cancellate) e i profili social della band sono stati rimossi.
Nei loro testi ci sono chiari riferimenti ai gravi fatti di sangue degli Anni di piombo e ad alcuni degli omicidi più noti (come quello di Aldo Moro). In un’intervista replicarono dicendo «Potremmo far notare come nelle attuali classifiche, nei brani che passano in radio, nelle canzoni che ascoltano i vostri figli ancora prima di finire le scuole medie, vengono decantati reati ben peggiori» [LEGGI].

Un video della band

Nel 2023, il tribunale del riesame di Torino e la Cassazione hanno respinto la richiesta di misure cautelari nei confronti della band avanzata dai pm. Il tribunale ordinario motivò con queste parole: «Uno Stato liberal/democratico saldo e maturo non ha né deve avere timore di queste “provocazioni”. Anzi, a fronte dell’assenza di seri pericoli per l’ordine pubblico e per gli altri beni pubblici, deve tollerarle. Non solo in nome di quei principi fondamentali di pluralismo e libertà che costituiscono l’ossatura del nostro ordinamento costituzionale che, nato dalle ceneri del regime fascista, è riuscito a superare non senza difficoltà anche e proprio quei terribili anni così superficialmente evocati dagli attuali indagati, ma anche per una profonda valutazione di politica/criminale» [LEGGI].

Condanne dal centrodestra, silenzio del Comune

A sollevare il caso è stato Gioventù nazionale della provincia di Chieti: «L’esibizione di una maglietta con il simbolo delle Brigate Rosse al congresso dei Giovani Democratici di Vasto è un insulto alla memoria storica del Paese e alle vittime del terrorismo. Le Brigate Rosse non hanno nulla di folkloristico o ironico, non sono un mito da richiamare né un’icona da stampare su una maglietta: sono il volto del sangue versato, di Aldo Moro barbaramente assassinato, dei servitori dello Stato falciati dalla violenza. È inaccettabile che in un congresso della sinistra giovanile si consumi una simile sceneggiata, che si inserisce alla lunga lista di provocazioni che hanno luogo quotidianamente su scala nazionale».
La formazione giovanile quindi chiamava a una presa di posizione ai presenti: Saverio Gileno, Annachiara Di Lorenzo (rispettivamente segretari provinciale e regionale), gli assessori vastesi Nicola Della Gatta e Paola Cianci e il consigliere Francesco Del Viscio

Per Leonardo De Foglio, Lega Giovani Vasto, si tratta di «un messaggio d’odio inaccettabile». «Le istituzioni intervengano, la comunità rifiuti questo schiaffo alla democrazia. Un’immagine che ferisce la memoria storica di un intero Paese. Non si tratta di una semplice provocazione, ma rappresenta una pericolosa apologia del terrorismo.
Ferma posizione anche della segreteria cittadina della Lega: «Oltre a una verifica sotto il profilo giuridico per eventuali reati legati all’apologia di terrorismo, chiediamo una condanna pubblica da parte di tutte le forze politiche. Il silenzio è complicità».

Parla di «inaccettabile silenzio del Comune» anche il coordinatore di Fratelli d’Italia di Vasto, Piernicola Carlesi. «Le Brigate Rosse non sono un’icona da reinterpretare né un mito da celebrare.
Non basta certo “alleggerirne” l’immaginario con l’inserimento di Teletubbies rossi festanti, con in testa falce e martello, per sminuire la gravità del messaggio. È grave il silenzio dell’amministrazione comunale perché il fatto è avvenuto in uno spazio comunale e per la presenza di esponenti di rilievo del consiglio e della giunta. Inoltre, l’immagine incriminata (la foto di gruppo) è stata divulgata dallo stesso movimento giovanile del Partito Democratico sui social e sulla stampa, accanto al loro stemma. Ci aspettiamo una presa di posizione, anche se tardiva, del sindaco Menna, nonché chiare scuse alla cittadinanza da parte degli assessori presenti e del Partito Democratico».

Il segretario regionale dei Giovani Democratici, Saverio Gileno, ha preso le distanze «in maniera netta e senza ambiguità dall’immagine e da ciò che ho rappresenta e ho chiesto la rimozione della foto dai social. Il ragazzo che la indossa ha sbagliato, non è un dirigente della nostra organizzazione e non ricopre alcun incarico né dei Gd, né nel Pd. Non accettiamo tuttavia lezioni da chi, come Gioventù nazionale, continua a tacere davanti ai saluti romani, alle ambiguità neofasciste e alle inchieste giornalistiche che hanno svelato derive autoritarie dentro i loro ambienti».

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