Il trasporto intermodale a Vasto non è efficiente, visto che gli autobus urbani per la stazione ferroviaria «arrivano il più delle volte in ritardo, quando il treno è già partito». A lamentare la mancata coincidenza è un utente, Massimo Nocciolino, che ha scritto a Chiaro Quotidiano proprio quando si avvicina l’entrata in vigore dell’orario autunnale-invernale con conseguente riduzione del numero di corse. Non solo di quelle serali tra la città alta e Vasto Marina, che già avevano subito un decremento dal 1° settembre, ma soprattutto delle corse domenicali.

Nei giorni segnati in rosso sul calendario, infatti, circola solo la Linea festiva e «per prendere il treno devi stare un’ora e mezza sul pullman, prima che arrivi alla stazione e il treno è già partito», afferma Nocciolino riferendosi alla durata delle corse domenicali. «Io, lavorando a Pescara e vivendo a Vasto, devo raggiungere in pullman alla stazione FFSS di Vasto-San Salvo. La domenica andavo con la macchina alla stazione Porto di Vasto. Un bel giorno. ritornando da Pescara, ho trovato la gradita sorpresa che la mia auto era stata rubata».

Per Nocciolino la prospettiva, dal 1° ottobre, è quella di dover «partire da casa due ore prima per recarmi alla stazione». Racconta di aver chiesto il perché del servizio ridotto all’osso nei giorni festivi e di aver ricevuto uno scaricabarile di competenze sulla riduzione del chilometraggio del servizio urbano conseguente al taglio dei finanziamenti regionali iniziato negli anni Novanta e proseguito, con periodiche sforbiciate, dal 2006 in poi. «Ho chiesto – afferma Nocciolino – sia a qualche autista sia alla Sat il perché non si possa fare come in questo mese di settembre: due pullman per la stazione e uno per le contrade. Entrambi, sia la Sat, sia gli autisti, mi hanno riferito la Regione che non dà i dovuti “permessi” relativi ai chilometri. Mi sono informato e mi è stato detto che la Regione non c’entra nulla, ma dipende dal Comune e dalla ditta. Quindi è una presa in giro verso i cittadini che la domenica sono costretti a fare salti mortali per recarsi alla stazione».
