«Come avevamo ampiamente dettagliatamente annunciato mesi fa, anche per gli anni a venire il bilancio della Regione sarà pesantemente condizionato da ripianamento del deficit della sanità. Questo è emerso dalla commissione congiunta di oggi, dove è stata udita la sola assessora Verì che con i dati al 30 giugno ha indicato una cifra imponente per il deficit del 2025, pari a oltre 92 milioni di euro al momento. Assente l’assessore Quaglieri al quale avremmo voluto chiedere che tipo di strategia applicherà l’esecutivo per recepire le somme necessarie a coprire gli enormi tagli che hanno riguardato non solo la sanità. Resta una situazione drammatica causata da una mancanza di governance e di soluzioni efficaci da parte del governo regionale che ha già prodotto non solo il taglio di prestazioni e servizi e l’aumento delle tasse per la comunità, ma anche la perdita di fondi per la cultura, il sociale, la sanità stessa, i trasporti, lo sport, l’agricoltura, i parchi e le riserve, settori su cui si è abbattuta la scure dei tagli lineari e su cui non è ancora stato ripristinato nulla», denuncia il capogruppo del Pd, Silvio Paolucci alla fine dei lavori della commissione.

«Aspettiamo che venga audito anche l’assessore Quaglieri per ottenere un quadro più chiaro della situazione, che al momento però non ci sembra particolarmente positiva – continua l’esponente Pd – Il percorso del bilancio di previsione 2026 parte già in salita. L’altra questione che è emersa infatti è che dovranno essere accantonati ben 104 milioni di euro ogni anno per il prossimo triennio 2026/2028, lo scorso anno la cifra ammontava a appena 20 milioni. Questo dopo un anno di lacrime e sangue caratterizzato da peggioramento certificato di tutti i livelli assistenziali, in particolare quelli della prevenzione e della sanità territoriale e che senza certezze potrebbe davvero, come temiamo da tempo, portare l’Abruzzo a un nuovo commissariamento. Non è pensabile far passare questa situazione come normale e comune ad altre regioni. Al momento, invece, abbiamo deficit e un’edilizia sanitaria che non decolla, persino per le risorse del Pnrr».