Incontri, accordi, comunicati e annunci. Ma nulla di concreto sulla messa in sicurezza della Trignina, nemmeno dopo gli ultimi gravissimi incidenti. Un’articolata riflessione sul tema ci arriva da Carmine Torricella, dirigente della FenealUil Molise (federazione nazionale lavoratori edili, affini e del legno).

«L’11 luglio scorso è uscito un comunicato stampa delle Camere di Commercio di Caserta, Chieti–Pescara, Gran Sasso, Frosinone–Latina e Molise, supportate da Uniontrasporti, che annuciava la firma di un’accordo per chiedere l’ammodernamento ed il potenziamento a quattro corsie della SS 650 Fondo Valle Trigno. Le ragioni e la strategicità di tale richiesta vengono ampiamente argomentate nel comunicato.
È bene però ricordare che già ci sono state nel passato altre iniziative, di altri soggetti, che hanno sollevato lo stesso problema, non solo della Fondo Valle Trigno, ma anche delle infrastrutture ferroviarie, del loro sviluppo e del collegamento con il Porto di Vasto, hanno parlato anche del grande problema del costo dell’energia.
Per quanto riguarda la Fondovalle Trigno, dopo gli ultimi tragici avvenimenti, sono intervenuti, oltre a vari partiti ed associazioni con scarso potere decisionale, nell’ordine: il 13 agosto 2025 il signor prefetto della Provincia di Chieti che ha convocato una “Riunione straodinaria del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica; il 19 agosto 2025 l’assessore alle Attività produttive della Regione Abruzzo avv. Tiziana Magnacca che, con il suo omologo collega molisano Andrea Di Lucente, ha chiesto un incontro al ministro Matteo Salvini; in precedenza, il 28 marzo 2024, la stessa Magnacca annunciava testualmente “il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile ha approvato il Contratto di Programma 2012 – 2025 del ministero dei Trasporti e Anas dove riconosce la strategicità della Strada Statale 16 nel tratto Vasto Sud – San Salvo Marina e della Statale 650 Trignina. Concludeva dicendo “Siamo sulla buona strada”.
Povero assessore Magnacca e poveri noi, perché oggi come allora niente, zero assoluto, visto che anche dell’incontro con Salvini non si hanno notizie. Per non parlare poi dell’altro tema, l’approvvigionamento energetico. Le più grandi imprese delle nostre zone industriali, ognuna per proprio conto, si sono dotate di una propria centrale turbogas, ma se non si creano le condizioni per poter acquistare la materia prima al miglior prezzo di mercato, in questo caso il metano, come si possono abbassare i costi dell’energia?
Eppure fu proprio la scoperta del metano di Cupello che permise la nascita e lo sviluppo delle nostre zone industriali e neppure ci farebbe male ricordare le battaglie fatte per far rimanere in loco questa risorsa che qualcuno aveva già destinato al trove. Dobbiamo prendere atto che non esiste più una Cassa del Mezzogiorno, non ci sono più Enti dello Stato in grado di favorire investimenti di nuove imprese sul territorio. Oggi prendere e guardare al futuro significa creare tutte le condizioni infrastrutturali possibili affinchè il nostro resti un territorio appetibile alle imprese di tutto il mondo. Significa creare ed implementare un sistema formativo orientato verso le nuove professioni. Basta ripercorrere quello che è già stato fatto, in un passato non tanto remoto, quando le nostre scuole sono servite a farci passare da una società prevalentemente agricola e contadina ad una operaia, anche altamente specializzata.
Ora, per tornare al comunicato delle Camere di Commercio dell’11 luglio scorso e alle altre lodevoli iniziative degli assessori Magnacca e Di Lucente che non hanno notizie del ministro Salvini, o di quelle che in passato si sono tenute sugli stessi argomenti, sarà brutto dirlo, ma, come si dice, passata la festa gabbato lo Santo, e noi amaramente, dobbiamo prendere atto che forse non gliene frega niente a nessuno. Fatto lo spot tutto finito. Verrebbe da dire che forse non interessa niente nemmeno alle Camere di Commercio che hanno ssttoscritto l’accordo riportato nel comunicato stampa. Almeno da loro, che rivestono un ruolo di Enti economici, ci si aspettava una provocazione in più, magari potevano dichiare di accollarsi i costi della progettazione».