Pro Vasto: contestazione durissima già a settembre. Ora due settimane di fuoco. Mancano ds e dg

Se il buongiorno si vede dal mattino la Pro Vasto rischia di andare incontro a un’altra stagione avara di gioie. Ricordiamo che la piazza vastese è reduce dall’amara retrocessione dalla D del 2023, la salvezza diretta non senza affanni del 2024 e quella attraverso i playout di quattro mesi fa dopo aver rischiato addirittura la retrocessione diretta.

Nelle conferenze pre ritiro estivo il rinnovato gruppo dirigenziale e il confermato mister Danilo Rufini rassicuravano la piazza parlando di ambiziosi obiettivi, lontani dalle ultime stagioni. L’Eccellenza ha ancora a disposizione 99 punti per tutte le squadre, magari, già nella pausa natalizia troveremo la Pro Vasto nelle zone nobili di classifica ma, almeno l’inizio di stagione è totalmente da cestinare. Va ricordato che, dopo la retrocessione, mai i vastesi avevano iniziato il massimo campionato regionale con una sconfitta: nel 2023 Del Grosso era partito forte espugnando Pontevomano e un anno fa Mangiapane si era presentato con un pari (nelle prime 5 nessuna vittoria e 3 punti).

Un record negativo iniziato con tre pesantissime sberle date dalla Folgore, senza dimenticare le prime cinque prese, sempre all’Aragona, dal Mosciano nell’andata di coppa. 8 gol subiti nei primi due match interni ufficiali, ecco perché ieri, al triplice fischio è esplosa la rabbia dei tifosi in Curva D’Avalos che hanno, a ragione, contestato il tecnico calabrese e tutto il suo gruppo. Un confronto durissimo durato una decina di minuti, alcuni hanno invitato Rufini già a farsi da parte anche se siamo solo a inizio settembre. Nelle dichiarazioni post match l’allenatore si è preso tutte le responsabilità della falsa partenza e di un organico allestito, da lui, al 100%.

Scelta voluta dalla società che lo ha incensato come “manager all’inglese” con pieni poteri sul campo e sul mercato dovendo guardare al budget messo a disposizione. Nei reparti di movimento non appare esserci una linearità numerica (per l’aspetto qualitativo, a nostro avviso, non bastano tre partite ufficiali per sentenze già definitive) visto che il pacchetto difensivo racconta di tre soli over come Gambuzza, Farucci e Martignetti. Domenica all’Aragona c’è stato l’esordio del 2006 Rufini, non un centrale vero ma jolly adattabile da braccetto o laterale. Una carenza numerica di cui ne è conscio anche lo staff tecnico da tempo alla ricerca di almeno un altro difensore per arricchire il reparto. Di questi problemi non ne soffre il centrocampo, reparto sovraffollato visto che al momento sono otto gli elementi in organico.

In attesa di capire se e quando arriverà la firma di Nicola Della Penna (al momento ancora svincolato), dopo aver già salutato giocatori come Santone, Lella, Toro ed Epifani nel cuore del gioco ci sono ancora i fratelli Tafili, capitan Henri ed Emirson, gli ultimi arrivati Monteiro, Formisano e Martiniello senza dimenticare Mecomonaco e Frazzano. Numericamente troppi soprattutto se si pensa che anche un jolly, con più doti offensive, come Ferreyra è stato schierato da mezzala. Discorso analogo per la batteria offensiva, numericamente, con troppi protagonisti anche se la storia, in parte, potrebbe cambiare qualora si puntasse con decisione all’utilizzo fisso del tridente. Ieri non è stato così, almeno nel primo tempo quando si è scelto il tandem offensivo composto dagli esperti De Vivo e Arquin. Il primo (tra i migliori) più nel vivo ma a sprazzi, il colored ha giocato troppo lontano dalla porta senza mai riuscire ad essere pericoloso. A inizio ripreso buttati contemporaneamente nella mischia D’Angelo, Bastos e il 2005 Meola che però non sono riusciti ad incidere nei quaranta minuti finali. L’impressione è che almeno uno sia di troppo ma, se in campo, alcuni reparti siano sovraffollati, fuori dal rettangolo verde a questa Pro Vasto mancano almeno due figure imprescindibili e operative.

Direttore generale e soprattutto direttore sportivo, non servono dei luminari del gioco del calcio per capirlo ma parliamo di figure attive e non di facciata solo perché pronte a riempire le casse societarie. Nel gruppo dirigenziale, manca un vero ds, che sappia come muoversi dentro e fuori dal campo, sette giorni su sette e ventiquattro ore su ventiquattro. Chi pensa che il direttore sportivo sia solo quello chiamato a dover costruire un organico si sbaglia di grosso, il suo è un lavoro complicato, intenso e faticoso. Serve soprattutto nei momenti di difficoltà come quello che sta già vivendo, a inizio settembre la Pro Vasto, chi in questo momento deve usare bastone e anche carota verso staff tecnico e parco giocatori? Non c’è nessuno che può farlo, non sono dinamiche che rientrano nei compiti di un presidente, ecco perché il numero uno Zaami dovrebbe, al più presto, scegliere di farsi accompagnare da direttore sportivo e direttore generali operativi in ogni momento della giornata. Servono figure che conoscono il mondo dilettantistico abruzzese come l’alfabeto e che ci mettano la faccia soprattutto nei momenti bui, chi appare ad intermittenza (in bella vista quando tutto va bene, nascosti nei giorni difficili) dovrebbe stare lontano da questo mondo.

Settembre si sa è il primo mese di campionato, dice molto ma non tutto anche perché la strada che porta verso la fine del campionato sarà lunga altri sette mesi. C’è però già il primo infrasettimanale, di mercoledì 17 settembre, quando la Pro Vasto sarà chiamata alla vicina trasferta di Cupello per il primo incrocio territoriale. Secondo viaggio di fila dopo quello di Pontevomano in calendario domenica prossima, 14 settembre. Il terzetto di match ravvicinati si concluderà domenica 21 con la sfida interna contro la Fucense Trasacco e, a proposito di Aragona, c’è un dato che deve preoccupare. Come già evidenziato al termine del kappaò contro la Folgore in casa, negli ultimi 7 mesi i biancorossi su 8 match ufficiali interni ne hanno vinto solo uno, con grande fatica, contro il Capistrello arrivato a Vasto già retrocesso. Per invertire la rotta l’Aragona dovrà trasformarsi in un fattore a favore, un bunker da blindare a tutti i costi.

Chiedere già teste da buttare giù quando ci sono tre match da affrontare in tredici giorni appare scelta errata ma, già domenica 21 dopo il triplice fischio contro i marsicani dovrà essere tempo delle prime valutazioni. 9 punti a disposizione in meno di due settimane contro tre squadre che difficilmente troveremo tra le prime sei in classifica a fine stagione, almeno nelle previsioni il calendario ha strizzato l’occhio ai biancorossi che però già alla prima giornata non hanno avuto la forza di sfruttarlo. Lo ha detto anche Rufini a fine partita: «Il nostro organico è superiore a quello della Folgore», lo 0 a 3 finale ma soprattutto alcune prestazioni dei singoli (da una parte e dall’altra) hanno detto tutt’altro ma la prima giornata ormai fa parte del passato. In attesa che la dirigenza abbracci due figure vere come direttore sportivo e direttore generale tutto il resto passa dal campo. Serve una reazione d’orgoglio già contro il Pontevomano per poi confermarsi a Cupello e successivamente di fronte alla Fucense. Siamo solo all’8 settembre ma la Pro Vasto è già in crisi, chi sognava applausi è già stato surclassato da fischi e insulti ma tempo per rimediare c’è eccome. Serve solo imboccare la strada giusta, quella della linearità, il tempo di scappatoie e mezze figure è davvero finito.

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