Oltre 300 posti di lavoro a regime e distretto dell’alta moda che si rafforza. È stato inaugurato ieri pomeriggio, a Penne il nuovo insediamento produttivo dell’imprenditore umbro Brunello Cucinelli.
Lo stabilimento, realizzato in tempi record, si trova in località Ponte Sant’Antonio occupa una superficie di 4.500 metri quadri, è contraddistinto da grandi pareti di vetro vista Gran Sasso. È partito con 97 dipendenti, cifra destinata a salire. Si tratta del secondo sito produttivo di Cucinelli e come il precedente, è destinato a impiegare soprattutto maestranze locali grazie alla tradizione sartoriale di Penne. Non a caso, lo stesso imprenditore lo ha battezzato “Sartoria di Penne”.

«Pensavamo che questo fosse un luogo speciale dove poter dare forza alla giacca da uomo. Noi in Umbria siamo più forti nella maglieria, nella camiceria e pantaloni, qui siete molto più forti sulla giacca costruita da uomo. Inoltre, siamo rusciti ad avere i permessi rapidamente, i lavori sono stati fatti benissimo. Abbiamo guadagnato quattro mesi di lavoro», ha detto nel proprio discorso.
«Se diamo all’operaio la dignità morale, un salario leggermente migliore, un luogo di lavoro leggermente più bello, possiamo recuperare moltissimo e forse alcuni giovani torneranno a fare bei mestieri come il sarto. Qui c’è una tradizione quasi secolare, non è che ci siano più tanti luoghi speciali per la giacca da uomo, che è una cosa molto seria».

Penne è passata dal dramma occupazionale degli anni passati a un rilancio di qualità, fatto sottolineato anche dal sindaco Gilberto Petrucci: «Sulla tradizione della Brioni abbiamo dato l’opportunità a un investitore come Brunello Cucinelli di realizzare capispalla che saranno emblema del nostro territorio. Lo dice anche lui, Penne per l’artigianato sartoriale è come Maranello per la Ferrari. In 43 giorni abbiamo rilasciato i permessi a costruire, le imprese, tutte del territorio, hanno realizzato un capolavoro».

Presenti anche il presidente della Regione, Marco Marsilio, e l’assessora alle Attività produttive, Tiziana Magnacca. «La tradizione e la storia continuano, con altri nomi, con altre persone. E questo è quello che bisogna fare – ha detto Marsilio – Abbiamo cercato di costruire le condizioni perché qui si potesse riprendere ciò che c’era e portare nuove opportunità. Quando c’è stato da discutere i perimetri della cosiddetta carta degli aiuti di Stato, abbiamo lavorato per inserire la città di Penne e rafforzare la formazione industriale e produttiva».
Al momento sono 97 le maestranze occupate nella fabbrica pennese che, a pieno regime, toccherà le 350 unità.
