«Limitare la partecipazione non è mai un bene per la democrazia. Vanno in questa direzione le linee direttive per l’istituzione e il funzionamento del Tavolo per l’ambiente approvato dalla giunta comunale. Si legge infatti nel documento che possono partecipare solo le associazioni riconosciute o non riconosciute che operano stabilmente nel territorio di Vasto e che hanno un numero minimo di iscritti pari a 25, risultante dall’atto costitutivo. I Comitati non possono aderire al tavolo, ma solo essere “uditi”». A esprimere il dissenso sulle scelte dell’amministrazione comunale è il Coordinamento delle associazioni.

«Alcune considerazioni. Il requisito dei 25 soci non può essere verificato dall’atto costitutivo, dove si evincono solo i nomi dei soci fondatori e non sono mai 25. Infatti l’atto costitutivo è un documento non modificabile, spesso ci sono nomi di defunti. Inoltre dovrebbe valere il criterio della competenza: un’associazione territoriale può avere 200 soci e non sapere cosa è una Vinca (valutazione di incidenza ambientale) o una Via (valutazione di impatto ambientale) in un’area protetta. Inoltre tenere fuori i Comitati dal Tavolo equivale a non volere il Tavolo, visto che alcune importanti vertenze, come quelle relative all’impianto di biomasse, al cementificio o al deposito di acido solforico, sono state portate avanti dai Comitati, mai da una singola associazione. In sostanza riteniamo che le linee direttive varate da questa amministrazione non vanno nella direzione della partecipazione, ma sono finalizzate ad escludere, paradossalmente, chi invece potrebbe apportare un contributo determinante alla causa ambientale».