Il dato è emerso a giugno e luglio in molte località italiane. Le vacanze ormai non durano un’intera settimana, ma si limitano al weekend: tre-quattro giorni, dal giovedì-venerdì alla domenica. Nei primi due mesi della stagione balneare il calo delle presenze nei primi giorni della settimana è stato evidente anche a Vasto Marina, soprattutto di sera quando, ormai da diversi anni, i vacanzieri preferiscono il centro storico. Ma il trend diverso tra inizio e fine settimana si è visto anche in spiaggia. La riduzione dei giorni di permanenza e la necessità di incentivare l’intrattenimento quale motore di attrattiva era stata evidenziata di recente dagli operatori turistici intervistati da Chiaro Quotidiano.
Negli hotel la tendenza è sostanzialmente stabile nelle presenze di luglio e nelle prenotazioni di agosto.
Ora, entrati nelle tre settimane clou dell’estate, si movimentano sia la città antica che il litorale. Ma, invocato orma da decenni, il prolungamento della stagione balneare è un obiettivo tutto da raggiungere. E sulla Via Verde della Costa dei Trabocchi, ancora incompleta, è aperto il dibattito su come renderla attrattiva.

Sulle presenze in spiaggia va fatta una distinzione tra vastesi e turisti, spiega Massimo Di Lorenzo, rappresentante locale della Fab-Cna, sindacato dei balneari: «Qui da noi – racconta – i vastesi sono la maggioranza dei clienti, gli ombrelloni destinati agli appartamenti affittati ai turisti sono una minima parte. Abbiamo registrato una flessione nel periodo 13-17 luglio, i giorni della forte ondata di caldo, poi è piovuto. Ieri c’è stata una riunione sul progetto di finanza per la futura assegnazione delle concessioni balneari e, parlando con gli altri operatori del settore, è emerso che i vastesi hanno frequentato poco la spiaggia nelle scorse settimane. Da tre-quattro giorni a questa parte, invece, siamo pieni».
«Anche i turisti frequentano meno la spiaggia, basta farsi un giro alle 11, all’ora del picco delle presenze, per rendersene conto», dice Angelo Pollutri, albergatore ed esercente, che lancia un allarme sul futuro della Via Verde: «È stata fin qui una delusione per molti turisti. Nel 2023 la partenza del Giro d’Italia dalla pista ciclopedonale ha creato forti aspettative nei vacanzieri. Aspettative però deluse all’atto pratico: i commenti che abbiamo ricevuto, infatti, sono stati negativi perché mancano dei tratti, quindi i ciclisti devono deviare sulla statale 16. Ma il problema è soprattutto la gestione. Le pubbliche amministrazioni, in assenza di finanziamenti statali, non ce la fanno. Allora bisognerebbe consentire di aprire almeno un chiosco ogni chilometro e chiedere in cambio ai concessionari di garantire lo sfalcio della vegetazione e l’illuminazione del tratto circostante. Attualmente di sera la pista ciclopedonale è buia e impercorribile in sicurezza».