«Gli alberi sono stati tagliati per tutelare l’incolumità pubblica dopo le necessarie perizie da parte di un esperto». Il drastico disboscamento di viale Belgio, nella zona industriale di San Salvo, continua a far discutere e nei giorni scorsi è approdato in consiglio comunale con un’interpellanza presentata da Fabio Travaglini sulla scorta dei rilievi di Sinistra Civica Ecologista [LEGGI].

La sindaca Emanuela De Nicolis, quindi, ricordando che la manutenzione ordinaria e straordinaria della zona industriale è di competenza dell’Arap, ha ripercorso le tappe che hanno portato all’eliminazione delle piante ad alto fusto partendo dagli eventi atmosferici del 2023, quando la zona «sembrava a tratti un campo di battaglia post-guerra»; il riferimento è alla tempesta di vento di fine novembre di quell’anno che causò ingenti danni in tutto il territorio.

«C’era già un piano dal 2021 di manutenzione straordinaria della zona industriale, predisposto dal cda Arap, che prevedeva potature urgenti di alberi che hanno maturato il loro ciclo di vita per ridurre i rischi per l’incolumità pubblica e per le aziende. In quell’occasione molti imprenditori hanno avuto problemi con la caduta degli alberi».
La prima cittadina ha ricordato quindi che l’Arap ha avviato la procedura di legge «avallata dalla perizia di un agronomo per potatura e sostituzione degli alberi». Il Comune è quindi intervenuto in due fasi: per autorizzare gli interventi (che hanno inizialmente riguardato altre strade come viale Inghilterra e viale Australia) e, successivamente, chiedere l’estensione del taglio in viale Belgio «per evitare ulteriori danni stante la pericolosità dell’area e tutela della pubblica incolumità».

Per quanto riguarda l’autorizzazione, «è stata concessa dopo un sopralluogo accurato della task force Ambiente e all’esito della perizia di un agronomo incaricato dall’Arap il quale ha analizzato le alberature, quali erano pericolanti, quali avevano raggiunto il limite massimo di vita». «La relazione tecnica ha analizzato nel dettaglio tutte le piantumazioni, indicato quali specie era necessario tutelare, quali avessero raggiunto l’età massima e quali misure adottare per tutelare la fauna e ridurre le azioni di disturbo. Inoltre, è stato previsto il rinnovo delle alberature consigliando piantumazioni autoctone e a forte valenza faunistica».
Nella propria replica, Travaglini si è detto non soddisfatto della risposta sottolineando di non aver trovato nei documenti disponibili riferimenti a tali perizie. Un aspetto, questo, simile alla presunta ripiantumazione: nell’affidamento alla ditta – che ha proceduto al taglio a titolo gratuito potendo disporre del legname raccolto – non ci sono obblighi in tal senso.