Il mondo delle riserve naturali abruzzesi contro i tagli della Regione: «Rischiamo di fermarci»

I tagli ai fondi per le riserve naturali regionali abruzzesi mietono le prime vittime: l’Oasi del Lago di Serranella (Casoli) dal 1° luglio ha sospeso le attività. Per questo, sindaci, direttori, operatori e lavoratori delle riserve hanno divulgato una lettera aperta rivolta alla Regione, ai cittadini e «a tutti coloro che credono nel valore del bene comune».

«L’appello – spiegano i firmatari della lettera, tra i quali nel Vastese Francesco Menna (sindaco di Vasto) e Mario Pellegrini (direttore delle riserve Lecceta di Torino di Sangro, Bosco di don Venanzio e Abetina di Rosello – nasce a seguito dei tagli alle risorse regionali già attuati nel 2024, della mancanza di certezze sui fondi 2025, e dell’ulteriore riduzione deliberata in questi giorni, di cui non è ancora nota l’entità. Una situazione che ha già portato almeno una Riserva, quella del Lago di Serranella, a sospendere tutte le attività a partire dal 1° luglio 2025».

L’oasi del lago di Serranella

Nel testo si chiede alla Regione di comunicare ufficialmente e con urgenza l’entità e la tempistica delle risorse disponibili per la gestione 2025; ripristinare almeno i livelli di finanziamento dell’anno 2024, già ridotti rispetto al passato; riconoscere formalmente che il lavoro svolto nelle riserve è un servizio pubblico essenziale, al pari di altri presìdi territoriali.

«Non chiediamo privilegi. Chiediamo rispetto, certezze e responsabilità. Le riserve non sono spazi ornamentali: sono luoghi vivi, dove ogni giorno si genera tutela ambientale, lavoro, educazione, benessere collettivo e attrattività per le aree interne. Senza risorse certe, tutto questo si ferma», continuano i firmatari.

L’appello sarà consegnato ufficialmente giovedì 10 luglio, durante la seduta della commissione di Vigilanza del consiglio regionale, insieme a un documento unitario che raccoglie le richieste del mondo delle riserve, elaborato in maniera condivisa con le amministrazioni, i gestori e gli operatori del settore. L’appello è pubblico e aperto all’adesione di amministratori locali, cittadini, associazioni e portatori di interesse, «in difesa di un patrimonio comune che rappresenta uno degli elementi più autentici e strategici dell’Abruzzo».

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