«Siamo profondamente turbati per il tono e i contenuti utilizzati dal sindaco nei confronti del comitato, nella persona del suo presidente, nell’ambito della discussione riguardante la questione di Vignola durante il consiglio comunale. Turbati e scioccati. Ci chiediamo perché il sindaco abbia deciso di coinvolgerci in una disputa interna alla maggioranza in modo così acceso e personale».
Sono gli strascichi del consiglio comunale di Vasto di ieri che ha fatto registrare frizioni all’interno della maggioranza tra il sindaco Francesco Menna e il consigliere di Avanti Vasto, Nicola Di Stefano, reo di aver presentato una interpellanza sul progetto di difesa dall’erosione in località Vignola. Nel botta e risposta sono stati tirati ripetutamente in ballo il comitato Litorale Vivo e il suo presidente Antonio Mercorio al quale Menna si è riferito più volte indicandolo come «dottore ginecologo» (per via della sua professione).
Oggi il comitato che ha presentato i ricorsi al Tar e Consiglio di Stato interviene, sorpreso per i toni della discussione in aula: «Crediamo con profonda convinzione che la politica non possa ridursi a un talk show, a un’arena o a un format televisivo dove chi alza la voce guadagna consensi. Lo scriviamo con il cuore in mano: l’attacco personale non è maniera, metodo né ragione. Il sindaco sa, come sindaco e come avvocato, che il Tar non si è ancora espresso nel merito. Sa e dovrebbe ricordare, ed è surreale doverlo dichiarare, che l’incontro a porte chiuse richiesto dal comitato è stato ottenuto dopo svariati tentativi e richieste di incontro tra tecnici di parte, mai realizzati».
«Il “dottore ginecologo” (ci si rende conto di quanto sia surreale questo approccio?) aveva chiesto a nome del comitato un incontro come ulteriore tentativo di trovare una soluzione (il sindaco ricorderà le Pec smarrite tra gli uffici del Comune, appuntamenti saltati, la totale indifferenza dell’amministrazione nei confronti del Coni nella figura del dott. Serafica, che in un pubblico incontro non sono stati degnati nemmeno di un saluto ecc.). Il sindaco ricorderà la sua reazione sproporzionata, il suo gridare “andiamo in procura!” sbattendo i pugni, e la reazione del dott. Mercorio, che si è visto costretto mestamente ad abbandonare l’incontro davanti a tanta manifesta aggressività».

«Il signor sindaco – continua Litorale Vivo – sa bene che gli incontri che questa amministrazione ha evitato in ogni modo sarebbero stati strutturati tra professionisti di ambito, non tra “ginecologi”. Come comitato, ribadiamo ancora e con fermezza che stiamo difendendo un patrimonio per Vasto e l’Abruzzo, uno dei frangenti più belli d’Italia e l’integrità di un sito meraviglioso. Siamo convinti che esistano alternative al progetto, alternative costruite e pensate da professionisti di ambito. I toni e le modalità portate avanti dal sindaco sono inaccettabili e fanno paura».
«La politica dovrebbe essere ascolto, espressione di civiltà, non essere ridotta a un’arena. Nella maniera più trasparente, educata e democratica possibile, da quasi due anni, stiamo cercando di instaurare un dialogo costruttivo con tutte le parti coinvolte. Abbiamo fatto intervenire esperti del settore, organizzato convegni, attirato l’interesse di media nazionali e esteri sulla vicenda di Vignola, che ha avuto un’eco internazionale, senza mai risultare in un approccio violento e aggressivo, ottenendo ascolto e credibilità perché meritevole di attenzione. La cosa più triste di questa vicenda è stata la totale mancanza di ascolto e di empatia da parte di un’amministrazione e di un amministratore che, incidentalmente, è anche presidente della provincia di Chieti. Questa mancanza di sensibilità e aggressività spropositata è, a nostro avviso, l’aspetto più “anomalo” di tutta la vicenda».