Dopo solo tre anni dalle Amministrative di San Salvo, le coalizioni sono profondamente cambiate

Le coalizioni protagoniste delle Amministrative di tre anni fa a San Salvo non esistono più o sono profondamente cambiate. A fare da spartiacque c’è il drammatico consiglio comunale del 7 maggio che da una parte ha garantito la continuità al primo mandato della sindaca Emanuela De Nicolis e dall’altro ha messo fine ad alleanze più o meno storiche.

Il centrodestra

Quattro liste per spingere De Nicolis, candidata a sorpresa a raccogliere la pesante eredità dell’uscente Tiziana Magnacca, così si presentava il centrodestra che aveva perso da poco gli assessori dimissionari Tonino Marcello e Fabio Raspa (protagonisti dei mandati 2012-2022): San Salvo Città Nuova, Lista Popolare, San Salvo è, Noi San Salvo.

È proprio quest’ultima a la prima essere sparita dai radar. Primo degli eletti con 352 preferenze, Giancarlo Lippis, non ha accettato il posto in giunta a favore della seconda, Elisa Marinelli (226). Vice uscente, scottato dalla mancata candidatura a sindaco, non ha risparmiato, in più occasioni, critiche nei confronti della giunta, in particolar modo nei confronti dei Lavori pubblici (competenza di Spadano fino al rimpasto di gennaio e, successivamente, di Marinelli). A febbraio sancisce la fine di Noi San Salvo con l’uscita dal gruppo (rimasto quindi senza alcun membro in consiglio) e l’approdo in San Salvo Popolare e Liberale dove trova Nicola Di Ninni e Alfonso Di Toro.

Di Toro e Lippis

La formazione a tre di San Salvo Popolare e Liberale (costituito da Di Ninni e Di Toro nell’agosto del 2023) dura quindi solo tre mesi. Di Ninni, diventato nel frattempo coordinatore cittadino di Forza Italia, nel menzionato consiglio comunale di maggio, dopo numerose critiche alla sua stessa maggioranza, l’ha salvata votando il rendiconto; nella stessa occasione è uscito dal gruppo che aveva fondato per posizionarsi in quello misto. L’esponente di Forza Italia era entrato in consiglio con 119 preferenze (una sola in più di Marco Catalano) raccolte in San Salvo Città Nuova, storica lista di Magnacca.

Di Ninni e De Nicolis

E Di Toro? Ex vicesindaco e presidente del consiglio comunale nelle amministrazioni di centrosinistra di Arnaldo Mariotti e Gabriele Marchese, fu il primo colpo a sorpresa del centrodestra che lo schierò in quella Lista popolare di un altro decano della politica sansalvese, Eugenio Spadano. I primissimi dati di fine scrutinio lo posizionarono primo nella sua lista con 286 preferenze, ma la successiva correzione riportò Spadano davanti con 327 voti che gli valsero assessorato e posto da vicesindaco. Ben presto non in linea con l’operato della giunta, denuncia l’assenza di condivisione delle scelte e diventa uno dei critici più duri (esempio, l’ormai proverbiale «dito medio rivolto verso la città» in riferimento alla possibilità di edificare un palazzo di 65 metri sulla particella 18 alla marina).
Dopo la formazione di San Salvo Popolare e Liberale con Di Ninni e il consiglio comunale sul rendiconto, in conferenza stampa ha annunciato, insieme a Lippis, l’uscita dalla maggioranza, oggi ancor di più a trazione Magnacca (San Salvo Città Nuova).

Il centrosinistra

Fabio Travaglini si presentava ai nastri di partenza con ben cinque liste, un campo larghissimo: Pd, Psi, Azione Politica, Sinistra Civica Ecologista e Più San Salvo. Azione Politica fu la lista deputata ad accogliere quei candidati di centrodestra che alle amministrative 2022 si posizionarono dal lato opposto come Tonino Marcello, Fabio Raspa e Clementina De Virgiliis (prima donna a candidarsi sindaca a San Salvo); l’ex consigliere regionale Nicola Argirò fu invece candidato in Più San Salvo, lista creata da Travaglini già nel 2017, probabilmente per avere più peso in caso di vittoria.

In piedi, Travaglini; seduti Torricella, Mariotti e Argirò

E proprio Argirò è stato il primo a staccarsi da quell’esperienza. Dopo le Amministrative passate sul palco con l’ex avversario Antonio Boschetti, attuale segretario locale del Pd, si è candidato alle Regionali del 2024 nella Lega (da indipendente in virtù dell’accordo con Azione Politica di Gianluca Zelli). Eletto in consiglio comunale con 261 preferenze, ha formato da subito il gruppo di Azione Politica scegliendo di non stare in quello di elezione (Più San Salvo).
La sua avventura a braccetto con il resto della coalizione è durata fino al febbraio scorso, quando si è smarcato parlando di «differenza di vedute» con Travaglini «ormai passato da esponente civico a emissario del Pd» e annunciando la propria autonomia nelle future votazioni in consiglio. Negli stessi giorni, poi, ha ufficializzato il ritorno in Forza Italia.

Marika Bolognese

La stessa Più San Salvo, già partita con un esponente in meno, nell’ultima seduta del consiglio, ha perso Marika Bolognese che con la propria astensione ha contribuito a salvare la maggioranza. Già consigliera di opposizione dal 2017 al 2022, nello stesso gruppo, era stata rieletta con 166 preferenze. Nella riunione del 7 maggio, ha annunciato il passaggio al gruppo misto.
Rispetto alla formazione iniziale post-elezioni, nei banchi delle opposizioni manca Boschetti (488 preferenze) che, nell’aprile 2024, si è dimesso facendo entrare la prima dei non eletti, Michela Torricella (217).

Boschetti, Argirò e Marcello

Ma la coalizione è mutata anche all’esterno del consiglio: i citati Marcello e Argirò hanno riabbracciato il loro primo amore, Forza Italia, lasciando Travaglini, mentre Raspa si è spostato da Azione Politica a Più San Salvo.
Non solo. La situazione in questo largo schieramento è in evoluzione e non sono esclusi colpi di scena. Sul tavolo c’è la leadership di Travaglini, ripetutamente confermata da Boschetti che l’ha definito in passato «il nostro centravanti». A sollevare un interrogativo sul futuro della coalizione, dopo il consiglio comunale del 7 maggio e l’abbandono di Bolognese, è stata la capogruppo del Pd, Emanuela Tascone (eletta con 358 preferenze) che ha citato la necessità di «una nuova strategia».
Qui, infine, pur senza rappresentanti in consiglio si registra un certo attivismo da parte del gruppo riconducibile a Sinistra Civica Ecologista.

Mariotti & co.

Le cose sembrano radicalmente cambiate anche in quel terzo schieramento, sempre di area di centrosinistra, messo su da tre decani della politica sansalvese, già protagonisti della caduta dell’amministrazione comunale nel 2011: Giovanni Mariotti, Gabriele Marchese e Osvaldo Menna.

L’unico a entrare in consiglio, nel 2022, fu il candidato sindaco Mariotti sostenuto da tre liste (Cambiamo San Salvo, Democratici per San Salvo e Avanti San Salvo), dalle posizioni oggi molto simili a quelle della coalizione di Travaglini. Proprio questa vicinanza, ha portato, nel corso del 2024, l’alleato (ormai ex?) Menna (presidente del circolo socialista Avanti San Salvo) a chiederne ripetutamente le dimissioni per far entrare il primo dei non eletti, cioè l’ex sindaco Marchese. La richiesta è stata respinta al mittente e, attualmente, i tre sembrano proseguire la propria attività politica in modo distinto l’uno dall’altro.

Gli attuali gruppi in consiglio comunale
Com’è possibile notare dallo schema riassuntivo, lo scenario è radicalmente cambiato ed evidenzia una frammentarietà che non preclude a nessuna ipotesi alle Amministrative del 2027.

San Salvo città Nuova: Tiziana Magnacca, Roberto Rossi, Maria Travaglini, Claudio Mastronardi, Angelo Fabrizio
Lista Popolare: Carla Larcinese
San Salvo è: Carmen Di Filippantonio 

Pd: Emanuela Tascone, Michela Torricella
Più San Salvo: Fabio Travaglini

Azione Politica: Nicola Argirò

Cambiamo San Salvo: Giovanni Mariotti

San Salvo Popolare e Liberale: Alfonso Di Toro, Giancarlo Lippis

Gruppo misto: Marika Bolognese, Nicola Di Ninni

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