L’intervento della presidenza del Consiglio per arginare l’emorragia di posti di lavoro nel Gruppo Stellantis, che oggi ha annunciato la riduzione incentivata dei posti di lavoro a Mirafiori (610 uscite volontarie) ad Atessa (402) e Cassino (265). Complessivamente, in tutti gli stabilimenti, gli esuberi sono 1925. Lo chiede la Fiom Cgil dopo gli incontri tra azienda e sindacati.

Secondo Samuele Lodi, «segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile del settore mobilità, ancora una volta, Stellantis non ha voluto dare nessun segno di discontinuità, non assumendosi l’impegno a nuove e future assunzioni funzionali anche alla rigenerazione dell’occupazione assolutamente necessaria per dare prospettiva all’automotive in Italia. La Fiom-Cgil non ha quindi firmato un atto che sarebbe stato semplicemente una presa d’atto di una decisione aziendale. Senza piano industriale e senza garanzie occupazionali la Fiom-Cgil non firma accordi sulle uscite volontarie».
«Al momento, la nomina del nuovo amministratore delegato di Stellantis non ha prodotto alcun cambiamento. Un cambiamento sempre più urgente e necessario, concretizzabile solo con investimenti, nuovi modelli, anticipo della produzione dei modelli annunciati e rigenerazione dell’occupazione. La notizia rispetto al fatto che il neo amministratore delegato avrà come sede Detroit è significativo tra l’altro di quale sia considerato il mercato principale per il gruppo. È necessario un incontro al più presto con l’ad, che dovrà dare garanzie e prospettive agli stabilimenti italiani. Come è necessario che la Presidenza del Consiglio si assuma la responsabilità di convocare le parti a Palazzo Chigi, in modo da affrontare finalmente il problema dell’automotive come non ha fatto fino ad ora».