L’ultimo record negativo da battere era la mancanza d’acqua a Natale. L’ultimo muro all’emergenza continua è crollato sei mesi fa. E con l’inizio di giugno, con l’innalzamento repentino delle temperature, lo spauracchio è il ritorno della grande sete. Come ad agosto 2024, con un caldo record, quando non bastavano nemmeno le autobotti per rifornire singoli paesi. Il Vastese resta al centro della carenza idrica, che nelle prossime settimane rischia di trasformarsi in emergenza come nel pieno della scorsa estate, quando il livello della sorgente del Verde calò di un terzo, al di sotto dei mille litri al secondo, a fronte di un fabbisogno di 1400. L’inverno di neve sulle zone montuose e le piogge che hanno bagnato non solo la stagione fredda ma anche la primavera sembrano di qualche anno fa. Invece sono trascorsi pochi mesi da quando la coltre bianca si è depositata sulle alture restituendo la speranza di un’estate senza troppe emergenze.

Torrenziali, a volte dannose come nelle bombe d’acqua tra il 27 e il 29 marzo e del 16 maggio: dalle piogge abbondanti è trascorsa solo qualche settimana. Eppure rimangono 15 i comuni ancora a secco. I più fortunati dalla tarda sera al primo mattino successivo, gli altri, quelli che stanno peggio, dal pomeriggio alle 7 del giorno dopo. A Vasto ci sono zone in cui le chiusure, per questa settimana, sono previste alle 16, per complessive 15 ore senz’acqua su 24. Su 15 comuni in emergenza costante, 13 sono del Vastese. Carenza e dispersione. Si conosce uno studio del 2024 che riguarda Chieti, peraltro non servita dall’acquedotto del Verde. In ogni caso, il dato è significativo: 70% di dispersione, secondo il Rapporto sulla capacità amministrativa dei comuni capoluogo di provincia 2024, stilato dal Centro di ricerca sugli enti pubblici.

Prima di arrivare da Fara San Martino ai comuni meridionali della provincia di Chieti quanta acqua si disperde? Dati precisi sui singoli comuni non ne vengono forniti da anni. Si sa che la dispersione è superiore alla metà del liquido immesso nelle tubature. E lo dimostra il fatto che a rimanere più spesso a secco, in tutti i mesi dell’anno, e per il numero maggiore di ore giornaliere sono proprio città e paesi che si trovano in fondo alla rete di adduzione che parte dalle sorgenti del Verde. La Sasi spa, la società che gestisce il servizio idrico in 87 dei 104 comuni della provincia, ha cambiato consiglio d’amministrazione da pochi giorni. Tappare le falle e sostituire i tubi colabrodo: l’acqua al primo posto dell’agenda societaria e anche di quella politica. Altrimenti neve e pioggia non basteranno mai.