È polemica sulla riforma dei Centri per l’impiego con la proposta di legge di iniziativa della giunta regionale (avanzata dall’assessora Tiziana Magnacca) per istituire l’Agenzia Regionale Abruzzo Lavoro (Aral). Ieri se n’è discusso nella seduta congiunta delle commissioni regionali Bilancio e Salute, Sicurezza Sociale, Cultura, Formazione e Lavoro con l’audizione di Fabio Benintendi (segretario generale Cisl Abruzzo-Molise), Dolontina Margiotta (responsabile Cisl della Funzione pubblica), Roberto Mingroni (delegato della Uil Abruzzo), Carmine Ranieri (segretario generale Cgil Abruzzo-Molise) e Federica Benedetti della segretaria regionale.

Magnacca ha illustrato lo spirito della proposta, con il direttore del dipartimento Lavoro e Attività produttive, Germano De Sanctis. «Il progetto mira ad allineare le politiche regionali del lavoro con quelle delle altre Regioni che, da tempo, hanno effettuato la scelta di delegare ad autonomi enti regionali la gestione dei Centri per l’impiego e delle politiche attive del lavoro, al fine di efficientare la rete del sistema regionale del lavoro in chiave agile, tenuto conto, altresì, dell’obbligo di assicurare il conseguimento dei target/milestone e degli obiettivi finanziari stabiliti nel Pnrr. Ferma restando la competenza regionale a dettare gli indirizzi operativi, la programmazione, il monitoraggio e controllo», le parole nella relazione illustrativa del progetto di legge nato «per uniformare la materia, a seguito del passaggio dei Centri per l’impiego, dalle Province alla Regione, nel corso del 2016». Il termine ultimo per depositare eventuali emendamenti, è stato fissato a lunedì 16 giugno. Le commissioni torneranno a incontrarsi sul tema il 17 giugno.

La proposta di Tiziana Magnacca, intanto, non piace al Movimento 5 Stelle, ieri presente in commissione con Francesco Taglieri: «Mentre la stessa giunta Marsilio ammette pubblicamente l’esistenza di un disavanzo sanitario fuori controllo, ci ritroviamo in V Commissione a discutere l’ennesimo disegno di legge che non offre soluzioni, ma solo nuove strutture amministrative e nuovi costi: nasce così l’Aral, un ente parallelo al servizio delle politiche attive della Regione, autoreferenziale, destinato a drenare risorse senza migliorare in alcun modo i servizi ai cittadini».

Per il consigliere regionale il provvedimento nasce non da un’esigenza funzionale «ma da una volontà tutta politica di costruire un nuovo contenitore di potere, utile a distribuire incarichi dirigenziali, ruoli apicali e poltrone. Non si parla mai di rafforzare i Centri per l’impiego, di potenziare gli organici, di affrontare i ritardi strutturali e organizzativi che da anni caratterizzano il sistema regionale delle politiche attive del lavoro. Siamo ad appena un anno dalla scadenza del Pnrr e improvvisamente la Regione si ricorda dei target e dei milestone, dichiarando che l’Aral servirà proprio a centrare quegli obiettivi, finora dimenticati. La verità è un’altra: le risorse del programma Gol sono state in buona parte spese, prevalentemente in favore dei centri di formazione privati, senza reali ricadute occupazionali per i cittadini abruzzesi. Anziché interrogarsi su questo fallimento, la giunta preferisce costruire una nuova scatola burocratica, attribuendole compiti che potrebbero e dovrebbero essere assolti rafforzando i Cpi, senza duplicazioni né dispersioni organizzative».
«Chiederemo conto, sia in commissione sia in aula, di ogni singolo euro destinato a questa operazione, di ogni nomina prevista, di ogni scelta non discussa con i lavoratori e le parti sociali. I cittadini abruzzesi meritano trasparenza, competenza e responsabilità».