«Stiamo pianificando il futuro della riserva con quello che si può fare e ciò che non si può fare». Dopo l’approvazione in consiglio comunale – che ha registrato l’astensione in maggioranza di Giuseppe Forte, LEGGI – stamattina il sindaco Francesco Menna e gli assessori Gabriele Barisano e Paola Cianci (presenti anche Carlo Della Penna e il consigliere Francesco Del Viscio) sono tornati a sottolineare l’importanza del Piano di Assetto Naturalistico della riserva naturale Marina di Vasto.

Un appuntamento, tale conferenza stampa, utile a Menna & Co. soprattutto per controbattere alle critiche delle associazioni ambientaliste locali che, dopo l’assise civica, ha parlato di trasformazione della riserva in centro commerciale. Il punto più discusso di tutto il piano è la possibilità di realizzare 8 chioschi (di 25 metri quadri).
«Per i chioschi – ha sottolineato Barisano – sono state individuate otto aree ben delimitate riducendo notevolmente il numero previsto dal piano di gestione, ma il Pan prevede tante altre cose come la tutela della biodiversità in primis, delle dune, la pulizia dei fossi».
Resta però il duro contrasto con un lungo elenco di sigle associative (tra le quali non ci sono Legambiente e WWF che hanno contribuito alla stesura del Pan). Su tale punto, Barisano continua: «Il dialogo c’è anche con quelle associazioni che protestano, le ho sentite tutte. È evidente però che non può essere un dialogo fine a se stesso, poi si deve decidere. E così abbiamo deciso di consentire la realizzazione di questi 8 chioschi in aree dove non ci sono piante tutelate dalla direttiva Natura 2000. Ci siamo mossi dal punto di vista tecnico, con paletti ben precisi».

«Ricordo – dice sempre Barisano – che parliamo di strutture rimovibili di 25 metri quadri, non di discoteche all’aperto. Ci sono limitazioni riguardanti l’orario di apertura, l’illuminazione che è possibile usare ecc.». Sulla battaglia che le stesse associazioni stanno portando avanti contro l’emendamento di Campitelli sulla Via Verde, l’assessore traccia una linea: «È la ratio che non va bene, si devono armonizzare i vari passaggi a livello comunale, provinciale e regionale. Si deve inoltre limitare l’apertura, ad esempio a 180 giorni».

A tagliare dritto contro associazioni ed «ecotalebani» è, come già accaduto in passato, il primo cittadino: «Ci sono ambientalisti di facciata, che lo fanno di professione. Gli ecotalebani fanno il male di chi protegge davvero l’ambiente. Negli ultimi anni sono partite denunce ed esposti, ad esempio, contro la pista ciclabile di cemento che oggi è un fiore all’occhiello delle amministrazioni di centrosinistra così come la Via Verde. I turisti che frequentano la zona hanno bisogno di servizi a partire da quelli igienici. Dove erano gli ambientalisti quando abbiamo liberato Canale e altri luoghi dall’abusivismo?». Poi, la stoccata alla minoranza: «Oltre agli ambientalisti, c’è anche una parte di centrodestra che quando ha governato ha lasciato ferite evidenti ancora oggi, come le ville costruite sugli scogli. Qui dentro sono state dette cose gravissime, che i chioschi sarebbero già stati assegnati. Chi lo dice vada in procura».
Per quanto riguarda l’entrata in vigore del Pan, il documento approderà presto in Regione e si aprirà il tempo utile alla presentazione delle osservazioni, poi si procederà alla pubblicazione del bando per l’assegnazione: step che necessariamente rimanderanno almeno alla prossima estate l’eventuale apertura dei chioschi.
