Otto chioschi nella Riserva, 11 associazioni: «Da area protetta a centro commerciale»

Con otto punti ristoro, «una Riserva naturale, uno sito Natura 2000 e una pista ciclopedonale trasformate in un centro commerciale per il guadagno di pochi privati». Undici associazioni ambientaliste tornano all’attacco. Alla vigilia del Consiglio comunale avevano chiesto all’amministrazione Menna di rinviare l’approvazione del Piano del demanio marittimo comunale per avviare una riflessione. Invece ieri la maggioranza di centrosinistra ha approvato il Pan e, di conseguenza, il via libera alla potenziale installazione di otto chioschi nei 2,4 chilometri di area protetta.

«Nonostante un copioso numero di associazioni, rappresentanti di centinaia di iscritti e, dunque, di cittadini, che più volte hanno manifestato dubbi e perplessità sul numero di chioschi, previsto dal Pan (piano di assetto naturalistico), lungo il sito di interesse comunitario Natura 2000 di Marina di Vasto, e nonostante la richiesta, di rinvio della sua approvazione, per dare la possibilità di un confronto, aperto e costruttivo, con le varie associazioni, l’amministrazione comunale di Vasto, sorda e imperterrita, ha deciso di andare avanti per la sua strada, senza aprire nessun tavolo di confronto», scrivono nel comunicatoItalia nostra del Vastese, Arci, Casa del popolo La Conviviale, Gruppo Fratino Vasto, associazione Acqua nostra, Geav-Guardie ecologiche volontarie, Comitato civico ambientalista San Salvo, Vasto ciclabile, associazione sportiva Sulle orme dei Sanniti, Nordic Walking, comitato Amici degli alberi.

«Per carità, tutto legittimo, ma questo modo di amministrare è figlio di un approccio padronale alla cosa pubblica, ai beni comuni, alla tutela del territorio: quando alle richieste di confronto su temi di così evidente interesse pubblico, un’amministrazione comunale decide di azzerare il dialogo con le associazioni cittadine, si manifesta la palese distorsione della pratica del principio democratico, che viene nei fatti azzerato.Ne prendiamo atto ma, nel frattempo, non possiamo ancora una volta non manifestare il nostro più totale disappunto per un Piano che prevedere l’installazione di così tanti punti ristoro i quali, in tal modo, andranno a distorcere non solo i motivi alla base di un Piano di Assetto Naturale, ma anche della presenza di un Sito natura 2000 e di una Riserva naturale. Senza tralasciare il fatto che ben 8 punti ristoro ogni 300 metri, è una misura anche peggiorativa del disastroso emendamento Campitelli. Avevamo chiesto un confronto, ci siamo ritrovati con le porte chiuse, atteggiamento che sminuisce il fondamentale lavoro delle associazioni per l’effettività del principio democratico; avevamo chiesto la tutela di quel tratto di costa, ci si ritrova una Riserva naturale, un Sito natura 2000 e una pista ciclopedonale trasformate in un centro commerciale per il guadagno di pochi privati».

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